PALERMO – Il 1° marzo scorso, a dieci anni dalla morte del cantautore, il Corso di Laurea in Statistica per l’Analisi dei Dati dell’Università di Palermo ha tributato a Lucio Dalla un omaggio speciale: l’analisi dettagliata di 35 suoi album, per un totale di 273 canzoni, dal 1966 al 2012, più alcuni inediti pubblicati postumi fino al 2021.
Autrici dell’indagine la professoressa Ornella Giambalvo, docente ordinario di Statistica sociale e di Piani di campionamento per le Scienze sociali, e le dottoresse Mariangela Sciandra e Irene Carola Spera, che hanno motivato così la loro ricerca: “A 10 anni dalla scomparsa di Lucio Dalla abbiamo voluto offrire un tributo alla sua produzione musicale traendo dalle sue canzoni – intese come le intendeva lui: un unicum di musica e parole – un file rouge che leghi la sua produzione nel tempo, il suo linguaggio poetico e spesso profetico e il suo modo di intendere, di vivere e dunque di cantare la vita. È un ‘gioco’ che permette di comprendere come la Statistica possa essere utilizzata per indagare tutti gli aspetti dell’umano, ma è soprattutto un atto di ‘amore’ verso un artista geniale e profondo e verso un uomo generoso e geniale”.
Ecco i risultati dello studio: “Una prima analisi individua, attraverso l’uso degli streams effettuati dagli utenti sulla famosa App musicale Spotify, la popolarità delle sue canzoni restituendo la classifica delle 10 canzoni di Lucio Dalla più ascoltate: 1° Caruso, 2° Anna e Marco, 3° L’anno che verrà, 4° Canzone, 5° 4.3.1943, 6° Tu non mi basti mai, 7° Attenti al lupo, 8° La sera dei miracoli, 9° Futura, 10° Disperato erotico stomp.
Lucio Dalla è morto troppo presto però è morto da vivo. E non poteva essere altrimenti. Dalle sue canzoni in modo trasversale lungo la sua carriera, infatti, traspare nettamente il senso del tempo vissuto nel presente e proiettato nel futuro, senza limiti spaziali. In quasi 100 canzoni si parla di mare (91), di stelle (73), di luna come ad indicare un infinito che nelle sue opere è ricerca, ma anche ancoraggio della sua fede vissuta come certezza dubbiosa. Se ne parla utilizzando avverbi temporali e immagini futuristiche che descrivono un’umanità in movimento tra terra, mare e cielo, pronta a camminare nella notte, a guardarsi negli occhi, a toccarsi con le mani per sentire il battito del cuore, il segno tangibile della vita e dell’amore”.
Le studiose sottolineano quindi come l’amore sia il filo rosso che lega la sua produzione musicale; l’evidenza statistica segnala che si trova al centro delle parole utilizzate in 113 canzoni: “Amore per la pace (Henna); amore per la musica (Canzone, Tutta la vita) amore cercato (Anna e Marco); amore nascosto (Chissà se lo sai); amore violato (Il gigante e la bambina); amore immaginato (La casa in riva al mare); amore doloroso (Quale Allegria); amore speranzoso (Futura); amore tradito (Meri Luis); amore in attesa (Cara); amore impossibile (Caruso); amore pieno (Stella di mare); amore dichiarato (Tu non mi basti mai); amore per gli animali (cani, rondini, aquile, pesci o il cavallo Ribot)”.
Attraverso la “sentiment analysis” – elaborazione del linguaggio naturale che, tramite indicatori statistici, costruisce sistemi per l’identificazione di opinioni da un testo, basandosi sui principali metodi di linguistica computazionale e di analisi testuale – le autrici della ricerca hanno poi indagato i sentimenti trasmessi in prevalenza dalle sue canzoni, evidenziando la complessità della sua produzione e compilando due diverse Top Ten: una per “Indice di Gioia” (con canzoni che comunicano gioia, allegria, ilarità, vivacità, dolcezza) e una per “Indice di rabbia” (con canzoni che trasmettono collera, ira, rancore).
La produzione musicale del cantautore viene poi analizzata in base alle caratteristiche musicali: le canzoni prese in esame sono distribuite in tre raggruppamenti principali, rispettivamente con 98, 86 e 89 canzoni: “Le 98 canzoni del primo gruppo sono caratterizzate da acustica non troppo elevata, alta danzabilità, energia e vivacità. Di esse fanno parte Attenti al Lupo, L’anno che verrà; Futura. Le 86 canzoni del secondo gruppo sono caratterizzate da alti valori di acustica, forte presenza di strumentalità e vivacità. Di esse le più famose sono: Caruso, Le rondini, Itaca. Le 89 canzoni del terzo gruppo sono caratterizzate da bassa acustica e basse strumentalità e vivacità ma, nonostante ciò, alta danzabilità. Di esse non possiamo dimenticare: La casa in riva al mare, 4 marzo 1943, Come è profondo il mare.”
Mariangela Sciandra, Ornella Giambalvo e Irene Carola Spera concludono così la ricerca (la cui versione integrale, dal titolo “E forse fu per gioco o forse per amore” si trova nel sito dell’Università degli Studi di Palermo): “Infine, solo a conferma del suo essere profetico e moderno, in questi tempi bui che abbiamo vissuto e che forse ancora vivremo, fra pandemia e scenari di guerra, ci piace ricordare che, più di quarant’anni fa, Dalla scrisse ‘si esce poco la sera compreso quando è festa e c’è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra’; e, sempre più di quarant’anni fa, una notte al checkpoint Charlie a Berlino scrisse e immediatamente cantò: ‘chissà…. i russi, i russi, gli americani, no lacrime!’. Parole, ahinoi, ritornate attuali fra lo stupore di tutti… Ma non del grande Lucio!”.
Maria D’Asaro
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