Mancano pochi giorni alle elezioni politiche ma già da molto più tempo siamo costretti ad assistere a una battaglia politica che ci porta ad ascoltare le proposte (in qualche caso indecenti) di candidati che tentano di convincere gli italiani sulla bontà del loro partito e sulla capacità dei suoi adepti a governare il Paese. Economia e finanza, immigrazione e sicurezza, lavoro e occupazione, Europa oppure no. Questi i temi che i politici di casa nostra in questo periodo distribuiscono ai potenziali elettori attraverso media antichi e moderni. E non mancano – chissà quante ancora ne verranno fuori da qui al 4 marzo – le promesse che mai e poi mai potranno essere mantenute.
Un tema fondamentale per questa povera Italia – terra di alluvioni, frane, terremoti, incendi, inquinamenti di ogni tipo – che è stato dimenticato dai nostri politici e amministratori è quello dell’ambiente, della tutela di un patrimonio che una volta si poteva definire inestimabile e che invece rischia di impoverire ancora di più le nostre potenzialità di sviluppo. L’unico che in questi anni lo ha preso di petto senza mezzi termini esponendosi a suo favore è stato Papa Francesco ma non sembra che i suoi appelli siano stati ascoltati.
E non è una questione di Destra o di Sinistra, anche a sentir loro (i politici) in questo settore nessuno ha la coscienza a posto. “Nelle assemblee del partito non si parla più di ecologia, Renzi non lo considera un tema vincente e così perdiamo voti, soprattutto tra i giovani”. Sono parole di Ermete Realacci, uno degli ultimi ambientalisti rimasti nel Partito democratico. Che aggiunge: “Il vero limite del mio partito, e del suo segretario, è stato non fare dell’ambiente una priorità. La narrazione di Renzi ha perso per strada questo argomento. Secondo me un danno gravissimo, anche dal punto di vista elettorale: l’ambiente ha da sempre attirato il voto dei giovani, che non a caso stiamo perdendo. Quindi dal punto di vista della strategia politica per un partito di sinistra è sbagliato accantonare certi temi”. Basti pensare allo “Sblocca Italia”, alla posizione sulle trivellazioni, al ddl Falanga morbido sull’abusivismo. Il Pd sta prendendo un’altra strada rincorrendo modelli diversi di sviluppo economico.
E non che la Destra abbia fatto e stia facendo di meglio. “L’ambiente, che faticosamente negli anni era riuscito ad acquisire un riconoscimento come bene primario e valore trasversale – ebbe ad affermare Gaetano Benedetto, direttore generale del Wwf Italia – con la XIV legislatura della Repubblica, caratterizzata da due governi presieduti da Silvio Berlusconi, è stato troppo spesso considerato un fastidioso intralcio alla necessità di crescita del Paese, una risorsa da valorizzare nel modo sbagliato per cercare di compensare i deficit finanziari, una merce di scambio gestita attraverso condoni, sanatorie, deroghe”.
Il Movimento 5 Stelle? Beh, qui le proposte ce ne sono ma al momento restano tali soprattutto per il fatto che il partito dei pentastellati non ha avuto fino ad oggi responsabilità nazionali. E non che a livello locale si sia particolarmente distinto. Se non altro, però, si merita il beneficio del dubbio.
Chiuso il discorso. Resta il timore che ancora una volta l’Ambiente, quello con la A maiuscola, venga relegato nelle posizioni di rincalzo quando invece in altri Paesi, sicuramente più avanzati dell’Italia, è la locomotiva dello sviluppo economico, sociale e culturale di intere regioni.
Gente, andate a votare, ma prima ancora del 4 marzo fate sapere le vostre intenzioni ai politici che vi inviteranno a farlo: “Il mio voto? A chi si batterà per la tutela, lo sviluppo e la valorizzazione della nostra magnifica terra”.
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