PALERMO – Nella memoria collettiva degli italiani, l’isola di Ustica è associata a una tragedia: l’incidente aereo avvenuto la sera del 27 giugno 1980, quando un DC9 partito da Bologna con 81 persone a bordo (77 passeggeri e 4 membri dell’equipaggio) esplose in volo e precipitò in mare, proprio vicino ad Ustica, quasi sicuramente perché colpito per errore da un missile.
Il nome dell’isola ha un’etimologia poco allegra: deriva infatti dal termine latino “Ustum” che significa bruciato; ancora prima, l’isola era appellata dai greci “Osteodes”, cioè ossario, per i resti di mercenari che vi sarebbero morti per fame e sete. Mentre la leggenda la designa addirittura come dimora della maga Circe, che trasformava gli incauti visitatori in maiali, i reperti storici attestano che gli insediamenti umani risalgono comunque al Paleolitico. Sepolture, cunicoli e una gran quantità di reperti archeologici ritrovati anche in mare, per i tanti naufragi avvenuti nel tempo, vi testimoniano una presenza costante di vari popoli mediterranei: Fenici, Greci, Cartaginesi e Romani. Base per tanto tempo dei pirati saraceni, nel 1759 Ferdinando IV di Borbone impose una colonizzazione dell’isola e, sia in epoca borbonica che dopo l’unità d’Italia, Ustica divenne luogo di confino per i prigionieri politici: confinati illustri nel ventennio fascista furono Antonio Gramsci e Ferruccio Parri. Abolita la prigione nel 1961, l’isola fu restituita alla sua bellezza e alla possibilità di essere ambita meta turistica per le splendide risorse marine.
Posta a 67 km a nord-ovest da Palermo, da cui è giornalmente collegata con servizio di nave-traghetto e aliscafi, l’isola, di origine vulcanica, ospita infatti una delle venti riserve naturali marine presenti in Italia: Isola di Ustica, un vero paradiso per i sub e per gli appassionati di immersioni. Istituita nel 1986, l’area è stata la prima riserva marina protetta italiana. La flora e la fauna marina di Ustica assomigliano per alcuni versi a quella tropicale: sono presenti coralli, rose di mare e una vegetazione molto ricca e variopinta.
La fauna marina è composta soprattutto da aragoste, cernie, dentici, ricciole, saraghi, orate, sgombri, barracuda, pesci-pappagallo, pesci balestra e spugne.
La caratteristica naturale più affascinante è la presenza di numerose grotte che si aprono lungo le coste alte e scoscese; sono visitabili con un’escursione in barca la grotta Verde, grotta Azzurra, grotta della Pastizza, grotta dell’Oro, grotta delle Colonne e gli scogli del Medico e della Colombara.
Infine una curiosità: a Ustica il merito di fornire l’habitat ideale a una specie di ape, l’Apis mellifera sicula, a rischio di estinzione. Fu l’entomologo palermitano professore Pietro Genduso a individuare nell’isola un sito sicuro dove trasportare questo prezioso insetto, in una prospettiva di protezione della specie e di salvaguardia della biodiversità.
Maria D’Asaro
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