//Evento epocale e ore indimenticabili

Evento epocale e ore indimenticabili

di | 2019-07-21T13:46:23+02:00 21-7-2019 6:41|Punto e Virgola|0 Commenti

Tutto nasce da una proposta di Maria D’Asaro: “Che ne pensi se facciamo un numero monografico sullo sbarco dei primi uomini sulla luna a distanza di 50 anni?”. E’ un’idea che mi piace, la giro subito sul gruppo whatsapp del Punto quotidiano. Le risposte sono immediate ed entusiaste: in pochi minuti, il giornale è pronto. Nel senso che i protagonisti di questa magnifica avventura sono pronti (ognuno con il suo bagaglio di esperienze, sensibilità, conoscenze) a contribuire alla nascita di un’edizione del giornale interamente dedicata a quell’evento che ha davvero segnato la storia dell’umanità.

Il professor Enrico Medi

Ed eccolo qui il nostro piccolo contributo alle celebrazioni che in tutto il mondo ricordano quelle date indimenticabili: la sera del 20 luglio 1969 lo sbarco della superficie lunare; alle primissime ore del 21 i primi passi di Neil Armstrong e poi di Buzz Aldrin sul suolo dell’unico satellite terrestre, così amato e così “cantato” dagli uomini di ogni epoca.

A quel tempo (no, non è un passo del Vangelo) avevo 16 anni e da poco avevo finito il quinto ginnasio. Già, perché allora il classico era composto da due anni di ginnasio e tre di liceo. In gennaio, o forse era già febbraio, il ministro della Pubblica Istruzione dell’epoca, Fiorentino Sullo, aveva abolito con un decreto gli anacronistici esami (scritti e orali) per ottenere l’ammissione al primo anno di liceo. L’unica scuola superiore in cui esisteva quel tipo di passaggio… Noi giovani studenti avevamo già cominciato le manovre per studiare il miglior posizionamento in aula per gli scritti, e già circolavano ipotesi di tracce di temi e traduzioni perfette di possibili brani di latino e greco.  Per fortuna, tutto sparì in un attimo e così l’anno scolastico potè concludersi in (relativa) tranquillità.

A cena, le immagini in bianco e nero dell’allunaggio. Mio padre, orgoglioso maresciallo della Pubblica Sicurezza (oggi Polizia di Stato) e grande appassionato di enigmistica, era incantato e senza parole; mia madre ogni tanto lanciava uno sguardo allo schermo ricurvo e scuoteva la testa, incredula; mia sorella dette una mano a rigovernare la cucina e poi si rifugiò nelle sue letture, così amate. Io sentivo di vivere un momento epocale, anche se ancora non riuscivo a percepirne completamente la portata. Avevamo trascorso il pomeriggio al mare (rigorosamente lo stabilimento balneare della Polizia in zona Viale del Tramonto, a pochi chilometri da Taranto) ed era una quelle giornate tipiche dell’estate ionica quando lo scirocco imperversa e l’umidità si taglia a fette.

Tito Stagno conduceva la diretta da Roma; Ruggero Orlando interveniva dagli Stai Uniti. A colpirmi erano soprattutto gli interventi del professor Enrico Medi, un fisico di fama internazionale che riusciva con poche semplicissime parole a spiegare concetti assai complicati. Lui fu capace di far capire a tutti ciò che stava accadendo e quello che sarebbe accaduto. Passaggio complicatissimi, ma resi con straordinaria efficacia comunicativa. Chissà, forse in quella serata magica presi inconsciamente la decisione di studiare fisica all’Università…

L’arenile di Viale del Tramonto

Intorno alle 23, la mamma andò a letto come faceva sempre. Rimanemmo in cucina io e il babbo che continuava a parlarmi dei poeti e degli scrittori che avevano cantato la luna nel corso dei secoli: lui, da autodidatta, ne sapeva molto più di me… E poi accennava sottovoce il ritornello di Moonlight serenade, una delle colonne sonore che aveva accompagnato l’arrivo degli Alleati a Roma dove, poco più che ventenne, aveva mosso i primi passi da poliziotto con i Tedeschi ancora accampati nella Capitale e gli Americani già sbarcati ad Anzio. Il tempo passava lentamente in attesa del primo passo… Verso l’una gli dissi di andare a letto: “Domani devi lavorare…”. “Non se ne parla proprio. E quando mi capita più un fatto del genere”, sentenziò convinto: risposta che non ammetteva repliche. Peraltro, era abituato a passare le notti in bianco impegnato in servizi di varia natura; noi in quei casi dormivamo con la mamma nel lettone. Lui rientrava all’alba: doccia, barba, brillantina, camicia e divisa perfettamente stirate e tornava in ufficio. All’epoca comandava il Commissariato Città Vecchia, luogo di confine e di marcata presenza delinquenziale. Da qualche anno avevamo la macchina: una Seicento (TA 33502) che mi sembrava una fuoriserie. E fu quella l’auto dove imparai a guidare.

Emozionatissimi osservammo i primi passi di Armstrong, aspettammo che scendesse anche Aldrin e poi finalmente andai a letto quando il sole era già alto e bello caldo. Il babbo aveva preso tra le mani la sua inseparabile Settimana Enigmistica e si era calato nella soluzione di rebus impossibili: aveva un’oretta prima di prepararsi per andare al lavoro; la mamma alle 7 in punto si era svegliata e aveva preparato il caffè. Ma queste sono immagini e gesti che posso solo intuire perché dormivo già profondamente.

Piazza Messapia a Taranto

Intorno a mezzogiorno l’appuntamento in piazzetta con gli amici di sempre: Paolo, Angelo, Giancarlo, Piero… Venivamo tutti da pochissime ore di sonno e tutti avevamo assistito all’evento del secolo. Ci accalorammo su chi avesse ragione: Tito Stagno o Ruggero Orlando? Ci chiedemmo quale sarebbe stata la risposta dell”Unione Sovietica, clamorosamente battuta nella corsa alla conquista dello spazio. Fantasticammo sul prossimo passo: Marte? Venere? O pianeti ancora più lontani… Poi tornammo, tra qualche sigarette fumata in 3 o in 4, ai discorsi di sempre: alle ragazze da conquistare (si fa per dire), ai passatempi in spiaggia, alle partite di calcio in notturna e per strada (che suscitavano sempre le sacrosante proteste degli abitanti della zona).

Avevamo vissuto una notte indimenticabile, ma ce ne saremmo resi conto solamente col passar degli anni.

Buona domenica.

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