PALERMO – Con circa cinquanta artisti internazionali che hanno esposto le loro creazioni e installazioni in varie sedi della città, il 16 giugno è stata inaugurata a Palermo la 12. edizione di Manifesta, mostra itinerante di arte visuale contemporanea. La prima edizione di Manifesta si svolse a Rotterdam nel 1996, su idea della storica dell’arte Hedwig Fijen, ancora oggi alla guida dell’evento insieme a Peter Paul Kainrath, con il sostegno di varie organizzazioni artistiche governative nazionali e di un team di specialisti internazionali.
L’iniziativa, che dal 1996 viene ospitata ogni due anni in una diversa città del vecchio continente, nacque con lo scopo di creare una piattaforma paneuropea per le espressioni artistiche contemporanee, dopo il riavvicinamento delle varie anime dell’Europa reso possibile dalla caduta del muro di Berlino e la scomparsa della cortina di ferro tra i paesi dell’est e quelli dell’ovest. Palermo è stata selezionata dal comitato di Manifesta per la sua rilevanza su due temi fondamentali per l’Europa contemporanea: migrazione e condizioni ambientali. La ricchezza storica e antropologica della città – dove, da circa venti secoli, risiedono gruppi umani diversi, con significative connessioni con l’Africa del Nord e il Medio Oriente – si riflette sulla società multiculturale palermitana, posta nel cuore del Mediterraneo. Non a caso il tema di Manifesta 12 è “Il giardino planetario. Coltivare la coesistenza”.
Per approfondire i temi della biennale, i visitatori possono partecipare alle visite accompagnati da una guida – chiamata giardiniere – ed esplorare le tre principali sezioni della mostra: Garden of Flows, Out of Control Room e City on Stage. Simili ai veri giardinieri, le guide propongono ai visitatori spunti, notizie e riflessioni, seminando e facendo crescere semi di cultura e curiosità. In particolare, le visite nella sezione Garden of Flows (ospitate all’Orto Botanico e a Palazzo Butera) esplorano i temi della tossicità, della vita delle piante e della cultura del giardinaggio; la sezione Out of Control Room indaga e approfondisce il ruolo del potere nel regime attuale di flussi globali e costanti cambiamenti (i progetti artistici di tale settore sono presentati a Palazzo Ajutamicristo e a Palazzo Forcella De Seta); il percorso nella sezione City on Stage riguarda infine le opere in dialogo diretto con la città, le sue comunità, le sue tradizioni e gli spazi pubblici: tali creazioni sono disseminate in tutta l’area urbana (a Pizzo Sella, ZEN, Chiesa di S. Maria dello Spasimo, Giardino dei Giusti, Volpe Astuta, Quattro Canti e Costa Sud).
“La presenza di Manifesta 12 quest’anno a Palermo è un’opportunità fantastica per la città, per rafforzare la sua identità locale e internazionale, per apprezzare il significato della sua dimensione e identità mediterranea e mediorientale: Palermo ha portato Manifesta nel Mediterraneo e il Mediterraneo in Europa”, commenta il sindaco Leoluca Orlando. L’edizione palermitana di Manifesta 12 sarà la più lunga tra quelle sinora organizzate e terminerà il 4 novembre. I vari siti artistici saranno fruibili dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 20, alcuni a ingresso libero.
Infine – da un’idea di Daniele Di Gregoli – un omaggio analcolico alla biennale: un cocktail floreale e profumato, che ha come ingredienti sciroppo alle rose, ginger beer, zenzero fresco grattugiato, essenza di scorza d’arancia. Con “Manifesta” – questo il nome del cocktail – un brindisi dunque a Palermo, nel 2018 capitale due volte: dell’arte e della cultura.
Maria D’Asaro
Nella foto di copertina, una suggestiva immagine di Manifesta 12 a Palermo
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