PALERMO – E’ in programma oggi, da Perugia ad Assisi, la XXIII Marcia per la pace, che si snoda per un percorso di quasi 24 chilometri e vede la partecipazione di singoli, gruppi, scuole e associazioni provenienti da tutta l’Italia. La manifestazione è promossa dai francescani del Sacro convento di Assisi, dal Coordinamento nazionale enti locali per la pace e i diritti umani e dalla Tavola della pace, che aggrega enti e associazioni del variegato movimento pacifista italiano.
Un centinaio i palermitani partecipanti alla marcia: tra gli altri, una rappresentanza di alunni e docenti di due scuole superiori della città – gli Istituti “Ernesto Ascione” e “Regina Margherita” – e una delegazione del MIR, Movimento Italiano Riconciliazione, col suo vice presidente nazionale, il palermitano Francesco Lo Cascio.
La prima marcia per la pace nacque su iniziativa del filosofo Aldo Capitini, in Italia uno dei primi teorici e attivisti della nonviolenza, che si ispirò al pensiero e alla prassi del Mahatma Gandhi. La marcia, che si svolse ad Assisi domenica 24 settembre 1961, fu concepita come un corteo popolare che testimoniasse a favore della pace e della solidarietà dei popoli. Aldo Capitini prese spunto dalle azioni dei pacifisti anglosassoni che, nel 1958, guidati dal filosofo Bertrand Russell, si radunarono ad Aldermaston per una protesta antinucleare. Nel 1961, alla prima marcia parteciparono circa 20.000 persone, tra cui Arturo Carlo Jemolo, Guido Piovene, Renato Guttuso ed Ernesto Rossi. In prima fila, c’erano gli scrittori Giovanni Arpino e Italo Calvino.
Successivamente, l’ideatore della marcia, ne sottolineò l’importanza come comunicazione del carattere attivo della nonviolenza, che si serve della protesta, della non-collaborazione, della denuncia, delle manifestazioni pubbliche per lottare con mezzi pacifici a favore della pace e della giustizia. Per scongiurarne la trasformazione in uno sterile rituale, la marcia non ha una cadenza annuale e viene organizzata ogni due o tre anni. Questi alcuni dei suoi slogan: “Per la pace e la fratellanza tra i popoli”, nel 1961; “Liberi dalla mafia, dalla corruzione e dalla violenza”, nel 1992; “Noi popoli delle Nazioni Unite per un’economia di giustizia”, nel 1997; “Mai più eserciti e guerre”, nel 2000; “Per un’Europa di pace”, nel 2003. “Tu puoi cambiare le cose” è invece il motto della marcia di quest’anno. Con l’augurio che la bandiera arcobaleno – utilizzata per la prima volta nel 1961 e simbolo dell’opposizione nonviolenta a tutte le guerre – possa presto sventolare anche là dove oggi infuriano sanguinosi conflitti.
Maria D’Asaro
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