PALERMO – La Sicilia è stata tra le zone meno colpite dalla pandemia da Covid-19: nella classifica delle regioni italiane occupa infatti il dodicesimo posto per numero totale di contagi (3435 i casi totali accertati al 27 maggio scorso), mentre è al quindicesimo posto per numero di decessi, superata in questa dolorosa classifica da altre tre regioni italiane. Ma l’economia isolana, già fragile per la mancanza di importanti poli industriali, caratterizzata da gravi carenze nelle infrastrutture e nei trasporti, basata in larga parte sul turismo, è ora in ginocchio a causa dell’azzeramento di visitatori italiani ed esteri.
Dal 3 giugno prossimo, con la graduale probabile riapertura dei confini tra le regioni, la Sicilia proverà a ripartire, cercando di attirare i turisti italiani col suo mare, con la qualità della sua gastronomia e con le sue straordinarie bellezze storiche e naturali. Proviamo ad elencare almeno nove buone ragioni che rendono l’isola un’attraente meta turistica. Innanzitutto i sette luoghi di interesse culturale e naturale dichiarati dall’Unesco patrimonio mondiale dell’Umanità: il Parco Archeologico della Valle dei Templi di Agrigento, una delle tracce più suggestive della civiltà greca in Sicilia, visitabile in assoluta sicurezza, secondo quanto dichiarato dal suo direttore Roberto Sciarratta; l’Etna, il più grande vulcano d’Europa, dichiarato patrimonio dell’umanità nel 2013 per la sua straordinaria, millenaria attività vulcanica: vicino all’Etna meritano un viaggio Catania e la cittadina di Taormina, perla dello Ionio. Inserite nel patrimonio Unesco già nel 2002 le cittadine della Val di Noto Scicli, Ragusa, Modica, Caltagirone, Catania, Palazzolo Acreide, Noto e Militello per la ricchezza del loro barocco.
All’interno della Sicilia poi, altra meraviglia consacrata dall’Unesco è la Villa Romana del Casale, esempio di lussuosa abitazione romana ottimamente conservata, con mosaici di eccezionale bellezza; patrimonio mondiale dell’umanità dal 2005 anche il sito che raggruppa la Necropoli di Pantalica – che contiene oltre 5000 tombe scavate nella roccia vicino a cave di pietra – e la città di Siracusa, che ospita innumerevoli e preziose vestigia dell’antichità greco-romana, tra cui un anfiteatro romano e il più grande e suggestivo teatro della Magna Grecia, che purtroppo quest’anno, a causa della pandemia, non ha potuto mettere in scena le rappresentazioni classiche delle tragedie greche. Il teatro di Siracusa riaprirà comunque venerdì 10 luglio col dramma musicale “L’isola della luce” di Nicola Piovani (premio Oscar nel 1999 per le musiche de ‘La vita è bella), su libretto di Vincenzo Cerami.31
Nel 2015, sono poi entrati a far parte del patrimonio Unesco i monumenti di Palermo – Palazzo Reale e Cappella Palatina, Cattedrale, Chiesa di San Giovanni degli Eremiti, Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, Chiesa di San Cataldo, Ponte dell’Ammiraglio, il Castello della Zisa – che, assieme al Duomo di Monreale e di Cefalù, costituiscono un esempio unico nel Mediterraneo di architettura arabo-normanna. Patrimonio dell’umanità già dal 2000 invece le isole Eolie: Panarea, Stromboli, Vulcano, Alicudi, Filicudi, Lipari e Salina, vero paradiso turistico, con due vulcani attivi e un mare limpidissimo. Il mare delle sue coste può essere infatti considerato l’ottava meraviglia della Sicilia. Qualche giorno fa, oltre alle spiagge di Lipari, Stromboli Ficogrande, Vulcano Gelso, Vulcano Acque Termali, Canneto ed Acquacalda nelle isole Eolie, la Bandiera blu è stata assegnata al litorale di Menfi, in provincia di Agrigento e a Castel di Tusa, tra Cefalù e Messina, con la spiaggia delle Lampare e spiaggia Marina. E come non ricordare infine le delizie della gastronomia isolana? Caponata, arancine, sfincione, panini con panelle e crocchè, melanzane in tutte le salse, cuscus, pasta con le sarde e il finocchino … Catania e Palermo, con i mercati storici di Ballarò, del Capo e della Vucciria, si confermano le capitali italiane dello “street food”.
Benvenuti in Sicilia allora, non appena si riapriranno le frontiere.
Maria D’Asaro
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