DOVE SEI CLASSE?
Questa domanda mi ha fatto riflettere.
E’ ormai da quasi due mesi che questo periodo di “isolamento” si proroga, c’è un silenzio profondo dappertutto, una cosa mai vista o sentita prima, si sentono gli uccelli cinguettare, il loro canto risuona di giorno e di notte in un silenzio assurdo, un silenzio nel cuore, il grande vuoto dell’anima.
Tutto è iniziato subito dopo le vacanze di carnevale. Lo ammetto, all’inizio ero un po’ felice che le “vacanze” si prolungassero di qualche giorno.
Ora, invece, ho capito quanto mi manca la mia scuola, la mia classe, i miei compagni, le chiacchierate, gli amici della scuola, i miei professori, le loro spiegazioni, i bidelli. Che bello correre fuori con i compagni!
Mi mancano tutte quelle sensazioni che provavo prima delle verifiche o delle interrogazioni: la paura, l’ansia che saliva!
Mi manca tutto ciò che si faceva ogni giorno, la quotidianità, che a volte mi dava fastidio, ora, invece, non vedo l’ora di tornare alla normalità.
Sinceramente non mi piacciono le videolezioni, perché non c’è sentimento. Per lo più mi sono resa conto che dal vivo ci si può abbracciare, guardarsi veramente negli occhi, stringersi la mano.
L’unica cosa che voglio, che vogliamo, che ci gira per la testa è la normalità. Alcune volte mi chiedo cosa starei facendo in questo momento se fosse tutto normale? Dove dovrei essere?
Sicuramente nel cuore di tutti, compreso il mio, resterà un segno, un taglio scolpito dove la nostra libertà e stata separata dal mondo esterno. Lo ricorderemo perché non succeda più e torneremo più forti di prima, più responsabili e apprezzeremo in modo diverso le piccole cose.
Giada Dussin, 1^G