di Francesca Rotoli
Ormai abbiamo tutti sentito parlare del surriscaldamento globale e delle conseguenze che comporta, ma quanto possono essere gravi?
Una delle conseguenze maggiormente visibili è lo scioglimento dei ghiacciai, dovuto ad emissioni di CO2, un’intensiva combustione di carboni fossili e un aumento del processo di deforestazione, che riduce l’ossigeno presente nell’atmosfera e l’assorbimento dell’anidride carbonica presente nell’aria.
Lo scioglimento della massa ghiacciata potrebbe influenzare le correnti oceaniche, variando la densità dell’acqua; il livello del mare, in questo modo, salirà, fino ad arrivare all’erosione costiera e l’aumento delle mareggiate; il riscaldamento delle temperature dell’aria e dell’oceano, invece, creerà tempeste costiere più frequenti ed intense.
Ancora più pericolosi sono i virus zombie: dei patogeni rimasti per 48.500 anni ibernati nel permafrost dell’Artico, che, sciogliendosi, potrebbe rilasciarli nell’ambiente, rappresentando così una terrificante minaccia globale.
I ricercatori stanno ora cercando di valutare l’entità del rischio che batteri e virus intrappolati all’interno potrebbero rappresentare per gli esseri umani, e nel frattempo ne stanno facendo rivivere alcuni. Gli autori di uno di questi studi commentano: “Fortunatamente, possiamo ragionevolmente sperare che un’epidemia causata da un batterio patogeno preistorico rianimato possa essere rapidamente controllata dai moderni antibiotici a nostra disposizione, anche se i batteri portatori di geni della resistenza agli antibiotici sembrano essere sorprendentemente prevalenti all’interno del permafrost”.
Inoltre, il rischio è destinato ad aumentare a causa del surriscaldamento globale, poiché lo scongelamento dei ghiacciai continuerà ad accelerare.