//Una splendida giornata tra natura, storia e legalità

Una splendida giornata tra natura, storia e legalità

di | 2018-11-28T10:12:49+01:00 27-11-2018 22:26|Alboscuole|0 Commenti
di Francesca Anselmo, Damiras Benefazio, Gabriele D’Amico,  Angela Mandalà e Mattia Orefice (classe I^C) – Giorno 8 novembre 2018 noi alunni della classe I C, con il professore di sostegno e la professoressa di scienze, siamo andati a Terrasini alla riserva di Capo Rama, area protetta dal WWF, che prende il nome dal promontorio in cui si trova. Il signor Davide, la guida, ci ha fatto vedere tante specie di piante, come la palma nana, e diversi animali, tra cui conigli, insetti, lucertole, farfalle, molti tipi di uccelli , un riccio e il serpente nero.  Abbiamo chiuso gli occhi e abbiamo sentito i gabbiani che comunicavano tra di loro. Nella riserva c’è anche una torre di avvistamento, che gli antichi usavano per vedere se arrivavano navi nemiche. Abbiamo infine ammirato il golfo di Castellammare che, illuminato dal sole, sembrava brillare … Poi siamo andati al museo di palazzo D’Aumale, sempre a Terrasini, per conoscere la storia naturale della Sicilia. Il primo piano del museo si divide in due sezioni, geologia e biodiversità; abbiamo visto fossili di molluschi, animali imbalsamati, tra cui molti uccelli, una tartaruga marina, pesci e una balenottera. A piano terra c’erano altre due sezioni: la zona archeologica, con anfore antiche e modellini di navi – ciascuna specializzata per la pesca di un determinato pesce – e quella etnologica, che contiene vari modelli di selle e i carretti siciliani, quello tradizionale ed altri decorati in stile catanese e trapanese. Dopo il pranzo a sacco, nel pomeriggio ci siamo recati a Cinisi per visitare la “Casa memoria di Peppino Impastato”, che nel 1977 fondò una radio privata, “Radio AUT”, con la quale prendeva in giro il capomafia del paese Gaetano Badalamenti. Peppino fu ucciso a trent’anni il 9 maggio 1978 sui binari della Palermo Trapani, con una carica di tritolo. Una sua frase significativa era “La mafia uccide, il silenzio pure”. All’arrivo ci ha accolti una signora che ci ha raccontato la  vita di Peppino. Figlio di un mafioso, quando lo scoprì odiò a morte suo padre, che lo cacciò di casa. Al piano terra in un ampio salotto ci sono foto, lettere, appunti, una tv che trasmette interviste su e di Peppino. Poi abbiamo visitato il “Mulinazzo”, una zona che è stata distrutta per costruire la terza pista dell’aeroporto; questo luogo è stato ricreato in scala dallo scultore Giacomo Randazzo. Al piano superiore abbiamo visto il bagno, la camera dei genitori, che ora contiene i mobili della cucina, e la stanza di Peppino, la camera di un giovane uomo degli anni Settanta: il letto con sopra la sua chitarra, l’armadio, il comodino, la scrivania con libri e foto. Quando si esce da questa casa è tradizione contare cento passi per arrivare alla “Ex casa Badalamenti”. Visitare la casa ci ha emozionato perché su quelle sedie sedeva Peppino, famoso oggi in tutto il mondo,  perché ha avuto in coraggio di ribellarsi alla sua famiglia e alla mafia e per questo motivo è stato ucciso.