//  UNA NUBE DI PAURA

  UNA NUBE DI PAURA

di | 2020-05-15T08:37:29+02:00 15-5-2020 8:36|Alboscuole|0 Commenti
Mariateresa Petrara –  Buongiorno tutti, probabilmente se avete la possibilità di leggere questo messaggio, saranno passati ormai molti anni dalla conclusione dell’emergenza Coronavirus (covid19). Ma andiamo con ordine…… Il primo dell’anno ci si augura sempre che l’anno a venire sia migliore di quello passato. Quest’anno per molti sarebbe potuto essere un anno di rivoluzione, per altri un anno di fortuna, per altri ancora un anno speciale. Ma ahimè, questo maledetto 2020 si è rivelato per tutti un anno disastroso. Sembrava che stesse per scoppiare la terza guerra mondiale e, come se non bastasse, l’Australia andava in fiamme uccidendo molti animali, ma purtroppo la meglio l’ha avuta il covid-19 un virus Cinese con origini ancora sconosciute. Ci siamo addormentati in un mondo e ci siamo risvegliati in un altro ormai ricoperto da una nube, una nube oscura alimentata dalle paure dell’uomo, che crescevano assieme a lei sempre di più. La situazione era grave e pian piano ce ne stavamo accorgendo ma, purtroppo, la superficialità dell’uomo a volte gioca brutti scherzi. Dopo poco dall’arrivo del 1 primo caso in Lombardia, esattamente il 5 marzo 2020, tutte le scuole del paese hanno chiuso e con loro praticamente tutte le attività. Forse per la prima volta durante un’ emergenza ci hanno chiesto esattamente di non fare niente e di restare a casa, di stare distanti oggi, per essere più uniti domani, ma c’è sempre qualcuno che, purtroppo sopraffatto dalla sua ingenuità, non rispetta le regole. In fondo, se ci pensiamo, la terza guerra mondiale era scoppiata, ma era diversa dalle altre, era una guerra batterica e non vedevamo il nostro nemico. A volte penso che forse ci siamo meritati tutto ciò. L’inquinamento era ormai tanto, troppo e mi piace pensare che questa nube che ci avvoge   sia  una punizione o un modo per metterci alla prova e se saremo bravi tutto questo finirà, purtroppo però, è tutto reale. Rinchiusa fra quattro mura i miei pensieri ormai superano la mia voce e mi rendo conto di quante cose io abbia dato per scontato   fino ad ora e di quanto quelle cose mi manchino ogni giorno di più. Mi manca prendere un gelato con un ’amica, mi manca vedere i miei nonni e i miei zii, mi manca fare delle lunghe passeggiate guardando il tramonto, mi manca la scuola. E già, chi l’avrebbe mai detto? Per molti la scuola è solo un edificio in cui si studia e ci sia annoia, per me invece è molto di più: per me la scuola è una seconda casa e gli amici e gli insegnanti sono una seconda famiglia. Per ora stiamo andando avanti con le video lezioni ma, ahimè, non è e non sarà mai la stessa cosa! C’è uno schermo che ci divide e non ci permette di avere un minimo contatto fisico, ma sono una persona positiva e mi piace sperare che questo buio che stiamo vivendo diventerà solo un brutto ricordo. Da poco è iniziata la fase “2” ma io per ora non ho intenzione di uscire perché se crediamo che la pandemia sia finita ci sbagliamo di grosso perché è proprio questo il momento più delicato. In tempi di smarrimento mentre dilaga l’irresponsabilità dell’uomo che non riconosce più se stesso durante questo periodo di oscurità dobbiamo farci coraggio, allacciarci le scarpe e ripartire da 0 e ricordare che niente e nessuno può rubarci il futuro perché tutto è possibile per chi ci crede!