Ultimamente la violenza è aumentata, tanto da trovarla ovunque. I giovani sono i principali soggetti che non sfuggono al “contagio” di questa “malattia”. Solitamente l’adolescente dopo aver compiuto la violenza, torna a essere il classico bravo ragazzo. Questa impennata, secondo alcuni, sarebbe stata originata principalmente da due cause: la pandemia e l’insufficiente attenzione della famiglia. La violenza si manifesta non solo tra pari ma anche nei confronti degli adulti, siano essi sconosciuti o adulti di riferimento come i docenti.
In quest’anno scolastico gli assalti agli insegnanti da parte di studenti non tendono a diminuire. Un alunno delle superiori su cinque ha assistito ad aggressioni per lo più verbali, ma anche fisiche, nei confronti dei prof. Però ultimamente c’è maggiore immediatezza nella risposta non si sa quanto adeguata a questi comportamenti. Il 28 febbraio 2024 la Camera ha approvato la proposta di legge contro la violenza ai professori che prevede conseguenti sanzioni, con 150 voti favorevoli, nessuno contrario e 107 astenuti. La legge ha modificato alcune norme del codice penale rendendole più severe, con multe dai 500 a 10mila euro.
Secondo alcuni sondaggi fatti da Skuola.net, che hanno coinvolto un campione di 2.000 studenti delle classi secondarie superiori, 1 persona su 4 pensa che questo fenomeno sia legato al fatto che i giovani hanno una considerazione minore degli adulti vicini, in modo particolare di quelli con compiti educativi e di cura.
Per gli altri, le aggressioni nascono dagli atteggiamenti delle famiglie che sempre più tendono a schierarsi dalla parte dei propri ragazzi. Effettivamente solo poche volte (22%) i genitori si schierano dalla parte dell’insegnante; nella maggior parte dei casi (50%) vogliono prima valutare il caso e nei rimanenti (28%) tendono a difendere il figlio a prescindere.
Tra le cause dell’aggressività che si scatena nelle scuole c’è anche la caduta del prestigio sociale dei docenti legata ai loro redditi notoriamente bassi in una società nella quale ha più valore un lavoro che arricchisce piuttosto che un lavoro che costruisce cultura come nel famoso motto “Con la cultura non si mangia”.
Alla luce di altri dati, in 3 casi su 4 gli scontri tra alunni e docenti si limitano al piano verbale . Scontri di questo tipo sono aumentati nell’ultimo anno (dal 70% al 76%), mentre sono diminuiti, rispetto agli anni precedenti, quelli in cui si sono alzate le mani contro i prof. Quando si verificano questi episodi, gli altri studenti non fanno granché per fermare l’aggressività dei compagni. Spesso restano a guardare. Al contrario può succedere che addirittura la alimentino sostenendo e incitando l’aggressore mentre qualcuno filma per un video che diventerà virale.
Ci chiediamo se con l’inasprimento delle norme, i docenti possano tornare a lavorare serenamente, senza temere le continue aggressioni da parte degli studenti o se occorrerebbe invece un ripensamento complessivo sull’azione pedagogica della scuola e sulla sua capacità di veicolare valori ormai inusuali come l’onestà, la responsabilità, il sacrificio.