Di Lopetuso Mattia – classe II sez. A
La grammatica valenziale è stata elaborata dal linguista francese Lucien Tesnière dal 1893 al 1954,e approfondita e perfezionata da altri studiosi,soprattutto da germanisti. Alla base della teoria sintattica tesnieriana ,c’è il concetto fondamentale di valenza,il termine che indica la proprietà di un elemento della frase di legare a sé un certo numero di altri elementi, così da formare un nucleo che vale a dire una frase minima di senso compiuto. La valenza del verbo è la sua capacità di legare a sé in base al significato uno o più elementi nominali. Usando la valenza i verbi predicativi possono essere distinti in zerovalenti, monovalenti, bivalenti, trivalenti e tetravalenti oppure a zero posti, un posto, due posti, a tre posti e a quattro posti. Nel nucleo di un verbo zerovalente non figurano argomenti, sono zerovalenti i verbi atmosferici piove, nevica, grandina, tuona ecc…Sono monovalenti invece i verbi impersonali, infatti questi verbi hanno sempre un argomento frasale che deve completarli. Nel nucleo di questi verbi c’è un solo argomento, che è il soggetto.I verbi monovalenti sono intransitivi e sono: nascere, crescere, morire, pranzare, cenare, riposare, tremare ecc…Alcuni verbi intransitivi monovalenti accettano un complemento oggetto, quindi diventano bivalenti , questo secondo argomento è indicato come complemento oggetto interno. Nel nucleo di un verbo bivalente è presente oltre al soggetto un oggetto diretto o l’oggetto preposizionale.
-L’oggetto diretto non è altro che nell’analisi della frase il complemento oggetto.
-Invece si definisce oggetto preposizionale il complemento introdotto dalla preposizione richiesta dal verbo.
Rientrano nella categoria dei verbi bivalenti alcuni verbi che indicano misura o costo come misurare, pesare, costare ecc…Nei verbi trivalenti il nucleo del verbo ha un terzo argomento detto oggetto indiretto, si tratta di un complemento indiretto introdotto dalla preposizione a indicato come complemento di termine. La categoria trivalente è formata da due grandi gruppi:i verbi di “dire” e i verbi di “dare”. Poi un terzo gruppo è formato anche dai verbi “destinare”dove l’oggetto indiretto può essere indicato come complemento di moto a luogo.