di Aida Muratore (classe 3^C) – Ci sono persone, nella vita, che ti fanno provare emozioni uniche: ti fanno piangere, ti fanno gioire, esultare, rimanere a bocca aperta. Ci sono persone, nella vita, che ti fanno: sognare, stupire, ogni giorno sempre di più. Nel calcio ci sono tanti fenomeni ed è facile apprezzarli per le loro giocate. Ci sono giocatori che non si amano per le qualità tecniche, per la loro capacità di fare gol, la bravura nel dribblare. C’è solo un calciatore che quando vedi giocare, anche nella squadra avversaria, ti esalta. Ti innamori di una sua qualità e quando la mette in mostra non fai altro che rimanere sbalordito. Quel giocatore che non sarà il più bravo al mondo ma il tuo cuore l’ha scelto come preferito, l’ha scelto come idolo. Il mio idolo sei tu. In poco tempo con la tua determinazione sei entrato nella mia vita, così, per caso e me l’hai stravolta completamente, ti ringrazio. Grazie perché adesso sorridere è diventata la cosa più facile da fare. Ho imparato a fidarmi di te, anche non conoscendoti. Grazie perché sei diventato la persona a cui tengo di più. Scusa per tutte le volte che mi sono arrabbiata: per i tuoi passaggi riusciti male; per i rigori non segnati, il 90% di questi non li ho visti neanche perché mettevo le mani davanti la faccia per la troppa ansia e quando sentivo “Paulo Dybala!” saltavo di scatto ed esultavo come una pazza. Perdonami perché sei la mia scusa: la scusa per non uscire, per non andare alle feste, perché preferisco guardare te mentre corri dietro un pallone. Mi hanno già detto che ti dimenticherò, un giorno. Dimenticherò quando sei nato, come ti chiami, dove abiti, quanti anni hai, in che squadra giochi, quanti gol hai segnato. Io non posso dimenticare una persona che mi ha fatto stare bene. Non posso dimenticarmi di un ragazzo che vive con un fuso orario diverso, un secondo avanti rispetto gli altri ventuno in campo. Un ragazzo che ha iniziato a “prendere a calci” il suo futuro a 4 anni. Un ragazzo che a 8 anni giocava nell’”Instituto di Córdoba”. Un ragazzo che a soli 15 anni ha sofferto la morte del padre, chiudendosi nel collegio del club insieme al suo pallone. Un ragazzo che ha continuato, è andato avanti per realizzare il suo sogno e quello di suo padre. Un ragazzo che il 12 agosto 2011 a soli 17 anni, “U picciriddu”, arriva a Palermo e nonostante il problema della lingua non si arrende. Un ragazzo che nel giugno del 2015, con la numero 21, si veste di bianconero. Un ragazzo che il 9 agosto 2017 divenne l’erede di Del Piero. Un ragazzo ventiquattrenne che stava per indossare per la prima volta la maglia numero 10. Un ragazzo che è diventato un fuoriclasse. Oggi è il tuo compleanno, e anche se non leggerai queste parole volevo scrivertele lo stesso. Se penso che un po’ di anni fa neanche sapevo della tua esistenza mi do della stupida. Avrei evitato tante lacrime, tante sofferenze. Visto che sei l’unico che riesce ancora a strapparmi un sorriso, nonostante tutto. Purtroppo la distanza non è mai amica in queste situazioni. Quindi mi accontento di guardarti attraverso uno schermo ma in questo momento, rimani tu l’unico desiderio. La prima cosa che penso quando mi chiedono cosa voglio per Natale. Quando al mio compleanno mi chiedono di esprimere un desiderio. Infondo, come dici tu: “I sogni possono avverarsi, basta crederci”.
Buon compleanno Joya!