Cristina Forcina I D – Giulia Di Francia I D – Gioia Musico I D – Sabato 24 novembre si è tenuto presso il teatro “Remigio Paone” di Formia l’incontro con il noto giornalista e direttore dell’Espresso Marco Damilano sul tema del rapimento e dell’assassinio del famoso statista Aldo Moro, figura centrale della politica italiana degli anni ‘60 e ‘70. “Datemi un milione di voti e toglietemi un atomo di verità e io sarò perdente” è una frase emblematica tratta dal saggio “Un atomo di verità”, incentrato sulla figura di Aldo Moro, assassinato dalle Brigate Rosse il 9 maggio 1978 dopo un lungo periodo di prigionia iniziato il 16 marzo dello stesso anno. L’autore intraprende un viaggio alla riscoperta di quei giorni in cui si è “diventati adulti”, ripercorrendo le tappe che hanno segnato la vita del grande politico e guidando il pubblico in questo ritorno al passato, determinante per comprendere il futuro che ci attende. Interessante il confronto tra Pasolini, Sciascia e lo stesso Moro: la morte misteriosa del primo (Ostia, 1975) si può collegare al desiderio di verità del secondo che porta alla pubblicazione dell’ “Affaire Moro” nell’autunno del 1978. Altro momento decisivo dell’incontro è stata la discussione incentrata sugli effetti che la politica di Moro ha avuto su quella dei nostri giorni: lo statista, infatti, ha compreso prima di tutti che l’Italia è il paese “dalla passionalità intensa e dalle strutture fragili”. Interessante, poi, è stato il dibattito sul cambiamento del linguaggio nella politica dovuto in particolar modo alla sintesi adottata nei giornali e all’uso dei social protagonisti della vita quotidiana al giorno d’oggi. L’incontro si è concluso con la commemorazione di Aldo Moro e la consapevolezza che egli, prima che politico, è stato anche uomo, padre, insegnante e cristiano e che le sue parole riguardo alla futura politica italiana si sono rivelate quanto mai profetiche.