Maddaloni è una città ricca di storia, per questo è stato allestito da qualche anno un interessantissimo museo con molte testimonianze di questa civiltà. Si chiama “Museo Archeologico di Calatia“ (il nome di questa antica civiltà). Il 6 febbraio 2020 le classi 1E e 1B dell’Istituto Comprensivo Aldo Moro sono andate a visitarlo per scoprire i reperti storici del loro paese. Sono partiti dalla loro scuola e sono arrivati al museo a piedi. Appena arrivati hanno fatto merenda per rifocillarsi e per recupare le forze. Successivamente sono entrati nel museo. La guida gli ha spiegato molte cose. Il museo è stato allestito nello straordinario palazzo della famiglia Carafa. Secoli fa era stata la più importante e nobile famiglia di Maddaloni. A quell’epoca il soffitto e le pareti erano ricoperti da splendidi affreschi raffiguranti elementi della natura, degli angioletti. Per molte generazioni furono molto ricchi, ma poi caddero in miseria e dovettero vendere il loro palazzo ad un uomo di nome Palladino. Successivamente diventò un rifugio per militari ed infine è diventato un museo come lo vediamo oggi. Nel corso di questi avvenimenti ha subito delle modifiche e solo una piccola parte di quegli affreschi è rimasta intatta. Questo museo è ricco di reperti archeologici meravigliosi e preziosi. Da questi gli storici hanno potuto capire che i calatini vivevano nell‘epoca dell‘antica Grecia e commerciavano con essa. Calatia sorgeva intorno all‘attuale Via Appia. Il territorio di Calatia ricopriva quello delle attuali città di Maddaloni e San Nicola la strada. La guida ha spiegato come erano fatte le tombe degli uomini e delle donne. Attorno al defunto si posizionavano gli oggetti che aveva utilizzato nel corso della sua vita. Infatti in quelle delle donne c‘erano gli attrezzi per filare, come per esempio i rocchetti in terracotta. Invece in quelle degli uomini c‘erano le armi, come punte di lancia e spade. Una particolarità di queste tombe è che dietro la testa del defunto c‘erano due enormi vasi. Uno conteneva il cibo e l‘altro il vino. La quantità variava se eri più ricco o più povero. Dopo la guida gli ha mostrato una ricostruzione modello di un guerriero. Egli indossava una gonnellina corta in pelle con sopra cuciti degli amuleti portafortuna, in mano aveva una lancia (realizzata da un fabbro di Calatia). Poi le due classi sono andate ad osservare gli abiti e gli accessori delle donne. I loro vestiti avevano colori molto vivaci e gli accessori erano: spille, amuleti, collane e bracciali. Le spille raffiguravano animali esotici e per le donne di origini nobili venivano fabbricate in argento. Portavano tra i capelli anellini di bronzo e realizzavano acconciature complesse. I coltelli, le armi e la maggior parte degli accessori erano in bronzo. Le ciotole, le brocche e i vasi erano in argilla. Su alcuni vasi sono raffigurati dei giochi famosi come il Kottabos: lo scopo del gioco consisteva nel colpire un bersaglio con il vino residuo lasciato nelle coppe. Terminata la visita i ragazzi sono rientrati a scuola entusiasti per tutto quello che aveva visto e ascoltato. Per tutti i loro è stata un’esperienza da ripetere al più presto e da consigliare anche ad altri.
S.M