//Territorio – Il Monumento dei Caduti di Andria, descrizione e riflessioni personali

Territorio – Il Monumento dei Caduti di Andria, descrizione e riflessioni personali

di | 2019-11-21T18:53:18+01:00 21-11-2019 18:51|Alboscuole|0 Commenti
Di Elena Carbutti classe II sez. L   lunedì 4 Novembre 2019, in onore della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate,la mia classe con la professoressa De Palma e la 2^ E con la professoressa Strumiello, ha fatto un’uscita scolastica presso il Monumento dei Caduti. Fu inaugurato il 23 Novembre del 1930; la commemorativa costruzione fu totalmente a carico comunale e fu progettata dall’architetto Curci. É collocato al centro del Parco della Rimembranza, che era circondato, un tempo, da 800 alberi, in ricordo degli 800 caduti nella 1^ Guerra Mondiale. Questo monumento aveva una funzione molto significativa: dato che i corpi dei soldati, molte volte, andavano perduti o seppelliti in fosse comuni, restava come unico luogo in cui le famiglie potevano piangere i loro morti. Il Monumento presenta la tipica struttura dell’arco di trionfo romano, caratterizzato da 4 massicce colonne, con capitelli, in cui sono scolpiti, sopra le foglie frastagliate di acanto, i fieri volti di fanti con l’elmetto. Frontalmente, sulla sommità del Monumento, sotto la Vittoria alata, spicca la scritta, incisa nel bianco marmo: “DI TUTTI UN SOLO NOME ITALIA PER TUTTI UN SEGNO SOLO GLORIA” Sotto tale incisione, nella cornice tonda posta alla sinistra dell’ingresso, vi è lo stemma cittadino, costituito da: una corona, simbolo della precedente dominazione turca; un leone rampante, emblema di forza e potenza; un rametto di quercia, indicante il tipo di vegetazione locale, simboleggiante la sapienza. All’interno, lateralmente, sui muri, vi sono, suddivisi in sei colonne e scolpiti in ordine alfabetico, i nomi dei caduti, costituiti da cognome, nome e nome del padre. Sopra, vi sono sei lastre, di cui due sono vuote e quattro riportano i nomi di altre guerre: – “GUERRA ABISSINICA” – “GUERRA LIBICA” – “GUERRA IN AFRICA ORIENTALE” – “GUERRA IN SPAGNA”. Al centro, vi è una lastra, sopraelevata rispetto al pavimento, che riporta l’effigie: “800 NOMI 800 STELLE ANDRIA FEDELE ACCENDE NEL FIRMAMENTO DELLA PATRIA” Oggi, data la ricorrenza, vi era posata una corona d’alloro. All’esterno, lateralmente, vi sono i nomi dei caduti nella 2^ Guerra Mondiale, sempre in ordine alfabetico: a destra dalla A alla L; a sinistra dalla M alla Z. Sotto vi è la scritta: “VALOROSI PUGNASTE GLORIOSI VI RICORDIAMO LA VOSTRA MEMORIA SIA VINCOLO DI PACE PER LE FUTURE GENERAZIONI” Noi ragazzi ci passiamo davanti ogni giorno e non ne conosciamo neppure il significato… Per noi, rappresenta solamente un punto di riferimento per incontrarci, quando dobbiamo uscire, mentre è parte del patrimonio culturale andriese e, cosa più importante, é un omaggio silenzioso e senza tempo, ai soldati morti in guerra. Erano ragazzi poco più grandi di noi, strappati dalle loro case e dalle loro famiglie, per andare a combattere. Un fucile in spalla, un paio di istruzioni, ed eccoli, trasportati in trincee buie e umide, con la morte che aleggiava attorno e li stava con il fiato sul collo. Non so se sia stata meglio la morte dei caduti o la sopravvivenza, o per meglio dire “l’ergastolo”, di coloro che ce l’hanno fatta. I reduci, i sopravvissuti sono stati reputati fortunati, ma si sono trovati davanti un compagno morire, alcune volte, addirittura, tra le proprie braccia o guardare un nemico cadere perché lo hai colpito, e queste sono scene raccapriccianti, cicatrici che ti segnano il cuore e che non si rimarginano mai… La consapevolezza di aver ucciso un altro essere umano è una catena che ti stringe i polmoni, fino a toglierti il respiro, che ti attanaglia lo stomaco, che ti consuma, a poco a poco, fino a farti pregare di morire, lì, pur di mettere fine a tale strazio. Eppure, ci sono state altre guerre, altri morti, altre tombe…l’essere umano è l’unica creatura, capace di inciampare sempre nello stesso sasso. Spero che l’Uomo abbia finalmente imparato cosicché tutte quelle effigi non siano soltanto semplici decori della città , ma che si creda in ogni parola scritta e che il Monumento ai Caduti resti un segno che nei tempi futuri caratterizzi la nostra società.