//“Teletrasporto cartaceo”

“Teletrasporto cartaceo”

di | 2022-01-12T18:47:21+01:00 12-1-2022 18:46|Alboscuole|0 Commenti
Era la notte del 6 gennaio. Avevo appena finito di cenare con la mia famiglia. Dopo aver sgombrato la tavola mi immersi nella lettura di un libro nella mia camera da letto e subito mi addormentai. Involontariamente lasciai il volume sul pavimento. Ma non era un libro qualsiasi… Infatti le lettere d’inchiostro si trasformarono in un vortice di liquido nero che mi trasportò in un mondo inimmaginabile. Decisi di mantenere la calma e capire dove ero capitato. Mi immaginavo su un’isola sperduta nel mare, ma dopo quelle che a me parvero ore di cammino, mi ritrovai in un villaggio di elfi. Essi mi accolsero nel loro sobborgo come se mi conoscessero da molto tempo e mi portarono dal loro sovrano, che mi disse di chiamarsi Elio e che il loro villaggio era in pericolo. Un grande drago lavico minacciava la vita di tutti gli abitanti e molteplici terremoti, che gradualmente aumentavano d’intensità, ne annunciavano l’arrivo. Il vecchio elfo mi spiegò che dei confini magici proteggevano quell’isola ma questi stavano lentamente cedendo per via della grande forza del mostro. Elio mi spiegò che secondo un’antica profezia soltanto un umano, capitato nel loro magico mondo, avrebbe potuto salvare il loro villaggio, da tempo sotto assedio: quindi io ero il prescelto! Mi condussero alle scuderie dei Pegasi dove vidi tantissimi esemplari del leggendario cavallo alato. Gli scudieri mi mostrarono delle recinzioni che circondavano rettili alati. Infine mi chiesero di scegliere la bestia che mi avrebbe aiutato nell’impresa contro il drago. Decisi di scegliere un rettile alato, era un Drago di Komodo di colore grigiastro. La bestia aveva la pelle ruvida a causa delle grandi squame, dure come il titanio; le sue ali erano quelle di un’aquila ed il loro piumaggio era folto, per proteggere se stessa ed il suo cavaliere dalle intemperie. Dopo che ebbi scelto il drago, fu ordinato agli scudieri di preparare la bestia alata per il viaggio e munirla di borse per trasportare cibo e acqua. Alla mia cavalcatura fu inoltre messa un’armatura ignifuga, fatta completamente di oro, che le popolazioni locali chiamavano oro divino.  Il giorno dopo partii per il viaggio verso la tana del drago lavico. Lungo il cammino incontrai un viandante che mi chiese aiuto. Non sapevo, però, che il pellegrino era in realtà un demone che provò ad annientarmi con un incantesimo. Fortunatamente la mia bestia alata deviò il colpo sullo spirito maligno ma così facendo rimase folgorata. Rattristato ed indolenzito, decisi di fermarmi in una baracca abbandonata e passare lì la notte. Il giorno dopo mi rimisi in marcia verso la tana del drago. Solo dopo sette giorni giunsi alla caverna del mostro. Ero armato di una spada dalla lama di bronzo e l’elsa d’argento, con delle catene in titanio nanico ed un arco di ossa di drago. La faretra contenente le frecce con la punta di oro divino, era fatta di pelle di Pegaso magica: infatti rendeva impercettibile il peso del mio equipaggiamento. Entrai furtivo nella tana della bestia e non appena la vidi sguainai la spada, la cui lama, dato lo splendore dell’arma, rifletteva la sua immagine. Con un fendente provai a colpire il drago, facendogli molto probabilmente soltanto il solletico. Improvvisamente la grotta si trasformò nel cratere di un vulcano e del magma cominciò a colare dalle pareti rocciose. Il drago mi sputò contro un’onda di lava bollente e proprio quando credevo di essere spacciato, chiusi gli occhi. Quando li riaprii ero sul dorso di un rettile e mi resi conto che stavo cavalcando il mio Drago di Komodo! Insieme sconfiggemmo il mostro. Tornati al villaggio corsi al palazzo reale e comunicai la splendida notizia al grande elfo Elio; gli chiesi anche come mai mi fossi ritrovato nel loro villaggio, all’inizio della mia impresa…ma proprio quando mi stava per rispondere, svenni. Quando mi risvegliai, mi ritrovai nel mio letto. Credevo che questa avventura fosse stata soltanto un sogno ma ad un certo punto sentii una protuberanza sotto il mio materasso: lo spostai e… trovai sotto di esso la mia spada, il mio arco e la mia faretra! Corrado Schettini- 2^D