di Matilde Canepa – III A
Frequentare la terza media può essere difficile, il cambiamento è alle porte.
In terza media si deve scegliere il percorso che si porterà avanti per cinque anni, e che porterà al tanto atteso “futuro”.
Essendo ancora “piccoli” e pieni di sogni, ci si può basare solo su questi ultimi per almeno avvicinarsi alla scelta più giusta.
Tuttavia, personalmente, io mi chiedo come posso realizzare i miei sogni se neanche so quali siano?
Qual è il mio obiettivo nella vita? Per cosa sto lottando? Per cosa vale la pena lottare?
C’è qualcosa che mi riesce particolarmente bene e mi soddisfa allo stesso tempo? Come posso trovarlo? Come posso sentirmi abbastanza? Abbastanza…
Ecco la mia più grande paura, non essere abbastanza. Non valere abbastanza per qualcuno, non essere abbastanza forte per combattere la stessa paura di non essere abbastanza.
Ma perché conosco così bene la mia paura e non i miei sogni?
Forse per trovare dei sogni dovrei prima sapere chi sono io.
Luigi Pirandello si faceva questa domanda nel suo libro: “Uno, nessuno e centomila”.
Chi sono io? Sono quello che penso e sento di essere? O quello che tutti vedono? E se fosse quest’ultima, ognuno mi vedrebbe in modi diversi, quindi, quale di quei tanti sarei io davvero?
Secondo Pirandello, noi tutti portiamo delle maschere che ci portano ad assumere un ruolo fisso che soffoca la vera natura, sempre in cambiamento.
Le maschere sono quindi una vera e propria trappola.
La verità è che è giusto porsi così tanti interrogativi e la costante ricerca di risposte è ciò per cui vale davvero la pena lottare.