di Giulia Barra – 4^B-
Veneranda anima occlusa dalla carne: il vero io si cela tra le membra
combusto dalle imponenti fiamme il cui pulpito permette la vita.
Come una nave prossima alla deriva,
sono impotente di fronte all’oceano in tempesta, l’unica mia ancora è la sottile conoscenza dell’Essere:
esso viene sottratto dallo sguardo perché imprigionato nella stiva.
Il disincanto trova la sua nuova dimora nella mente, sono solo un flebile Simulacro prigioniero di questo corpo.
La maschera dell’apparenza si adagia sul mio volto prendendone vilmente possesso.
Gli oscuri lineamenti vengono intrappolati dietro un velo di incoerenza;
solo muscoli passivamente contratti formano leggiadre curve agli angoli della bocca, gli occhi aridi come una duna nel deserto.
L’Essere è ormai lontano dalla sua Essenza,
la luce di cui un tempo risplendevo è ormai solo un fioco, evanescente barlume.
Un buco nero prende il posto della stella che ero,
il cui antico splendore è adesso annullato dalle possenti, forzute braccia dell’oscurità: la mia Apparenza
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