Di Silvana Sinatra 3Aa. Cari lettori, non voglio intrattenervi per molto, perché sono perfettamente consapevole che spesso leggere troppo a lungo stanca, tranquilli, perché è proprio di questo che voglio parlarvi.Sapete, anche io ero una di quelle bambine che odiava leggere, anche solo una piccola lettura per me era terribile, mi stancavo subito e più crescevo più questa cosa diventava per me veramente terrificante. La verità?! Non ho mai capito il vero motivo di questo mio odio nei confronti della lettura, però, forse, pensandoci bene, il motivo potrebbe essere legato al fatto che da piccola non ero veloce nel leggere quanto i miei compagni, mi bloccavo spesso anche nel capire o ricordare ciò che leggevo; ancora ora sono più lenta rispetto a molti altri miei coetanei. Probabilmente questa cosa nel tempo iniziò a pesarmi facendomi sentire inferiore e quindi per sfogare questo odio contro una delle poche cose che ad oggi riesce a farmi “staccare”e ad entrare in un altro mondo, un mondo immaginario dove costruisco tutto io: le immagini, i volti, i paesaggi… insomma, un po’ tutto.
Crescendo di fatti ho iniziato a voler capire di più questo mondo, però per i miei primissimi libri non andò a finire benissimo, perché finirono tutti iniziati, ma mai finiti. A quel punto mi ero convinta che per me leggere un libro fosse impossibile e che non ci sarei mai riuscita.
Ma, iniziate le superiori, ci riprovai comprando un libro, molto consigliato e amato, ma anche per quello, niente da fare, non riuscì a finirlo. Però dopo quel libro scoprì un’app che mi fece entrare nel mondo di tutti romanzi adolescenziali e da li iniziai a leggere tantissime storie: la prima, la seconda, la terza… non mi staccavo più, poi mi presi di nuovo di coraggio e insieme ad una mia amica decidemmo di comprare un libro, sempre di quest’ultimo genere e con mio stupore, riuscii a finirlo senza alcuna difficoltà o blocco. Da quel momento capì che non ero io il problema, ma semplicemente ciò che leggevo non mi piaceva, non mi faceva sentire coinvolta e soprattutto non mi faceva entrare in quel mondo, tutto mio.
Ora, vi starete chiedendo: << ma dove vuole arrivare con questo racconto? >> Tutti sappiamo che leggere fa bene, ci apre la mente e le solite cose che di solito dicono tutti, diciamo anche che molte volte le persone che lo dicono leggono poco se non niente. Solo chi effettivamente ha trovato il suo genere e ha giusto qualche libro letto, ma soprattutto amato, può veramente capire tutto quello che sto per dire. Sì, per riuscire ad entrare in quel mondo di cui vi parlavo precedentemente, bisogna amare, ma non il mondo della lettura in generale, bisogna amare ciò che si legge, sentire quei sentimenti, che spesso sono i sentimenti più “reali” che sentiamo.
Sentirsi dentro quel racconto, e provare tutto un mondo di emozioni che si mescolano tra loro. Per far capire a chi non ha mai amato la lettura, mi piace paragonare le emozioni che si provano a cose come: l’emozione del primo bacio, il primo amore, il raggiungimento di un traguardo importante, l’ansia e la paura che nascono mentre si guarda un film horror, la tristezza di quando perdi qualcosa o qualcuno, insomma, tutte quelle emozioni forti che proviamo nel corso della nostra vita, racchiuse in delle parole su più o meno fogli di carta; che comunque io considero sempre speciali e non semplici pagine di carta.
Per cui, chi si rivede nel mio racconto o pensa che non sia adatto a leggere libri, vi dirò, provate a capire quale potrebbe essere il genere che vi attira di più, provate a conoscere voi stessi anche attraverso questo,
Un’ ultima cosa, quando siete incuriositi da qualcosa non vi fermate mai, seguite quella curiosità, accoglietela, approfonditela, fate si che vi renda ancora più curiosi e che vi porti a un punto dove solo appena arrivate all’obbiettivo riuscirete a rendervi conto di ciò che avete fatto e sentirvi felici di averlo compiuto, certo, non sempre tutte le nostre curiosità ci portano ad un bel finale, ma c’è sempre una parte positiva e una parte negativa, quindi vi dirò… secondo me vale la pena rischiare.