di Anna De Fusco – 5^B –
Il 27 settembre 2019 c’è stata la Notte Europea Dei Ricercatori, evento che si è tenuto nella meravigliosa Reggia di Caserta. Noi allievi del “Majorana”, non potendoci muovere di notte, siamo andati il giorno successivo.
C’erano numerosi stand attraverso i quali si spaziava dalle materie scientifiche alle arti, fino ad arrivare alla criminologia.
Entrare nell’ottica degli studi condotti dai ricercatori non è del tutto semplice, perché c’è bisogno di mettere da parte l’abitudinario studio teorico per passare ad uno studio in continua evoluzione, costituito da conoscenze e scoperte non ancora consolidate e in continua costruzione. Però il fascino della novità va oltre tutto questo, facendoci avventurare nel mondo fisico, con la scoperta dei neutrini, particelle elementari che compongono la materia ma si trovano all’esterno dell’atomo. I neutrini hanno una massa piccolissima da 100 mila fino 1 milione di volte più piccola di quella di un elettrone, che a sua volta è ancora più piccolo di un protone o un neutrone. Lo studio dei neutrini risulta ostico poiché sono così minuscoli da richiedere la costruzione di rilevatori molto grandi, i quali vengono posti in particolari zone dove si è sicuri non ci sia interferenza con altre particelle. Per gli scienziati sono davvero importanti, perché si pensa siano le uniche particelle che conservano ancora la forma che possedevano alla nascita dell’universo e il loro studio potrebbe rivelare l’intera storia del cosmo.
Non mancava, tra i vari stand, quello del CIRA, che ci ha presentato un aeroveivolo capace di monitorare gli sversamenti dei rifiuti nelle acque. Esso funziona attraverso dei pannelli solari che immagazzinano energia in una batteria, rendendola disponibile durante la notte o nei giorni piovosi, durante i quali la luce scarseggia.
Altro stand interessante è stato quello degli investigatori privati, i quali per un giorno hanno ritenuto opportuno svelare i propri segreti, racchiusi in semplici oggetti quotidiani, come degli occhiali da sole retrovisori o una chiave dell’auto che mascherava un microfono.
La novità assoluta è stata sicuramente rappresentata da una casa “amica dell’ambiente”. Lo scheletro era costituito da una struttura in acciaio alta circa 5 m e poteva definirsi anche “leggero”, dato che complessivamente il suo peso era minore di quello di un’auto. L’edificio si sviluppava in altezza e pur essendo molto piccolo rispetto alle case in cui siamo abituati a vivere, riusciva a contenere all’interno tutto ciò di cui si può avere bisogno. C’era persino una scala particolare progettata per fare esercizio fisico. Le fondamenta della casa erano di circa 50 cm poiché erano state realizzate attraverso un particolare processo costruttivo che rendeva stabili edifici molto alti, senza dover richiedere fondamenta profonde diversi metri.
Tra tutto questo, ciò che maggiormente ha colpito i partecipanti è stata la motivazione e la voglia di fare che ciascuna persona possedeva ed è proprio questo lo spirito giusto che bisogna avere per sconfiggere la particella IM che precede la parola ‘possibile’.