Giulia Di Tinco 3C
L’Italia del XIX secolo era un Paese in cui le donne potevano fare tutto…tranne pensare, perché diciamolo la Corte d’Appello, che evidentemente non aveva niente di meglio da fare, aveva stabilito che noi donne dovevamo occuparci di cose più appropriate: tipo cucire calzini e sfornare biscotti. Perché -a quanto pare- discutere di Leggi e Decreti è molto più difficile che fare una torta margherita senza farla afflosciare. Certo, come no! Ma sapete qual era il vero problema? La paura. Temevano che, se ci avessero lasciato votare, avremmo cominciato a chiedere cose assurde tipo… i diritti. O che ci saremmo unite tra di noi, creando una specie di “super squadra femminile” pronta a ribaltare il sistema, tipo Avengers, ma con i grembiuli. E loro, poverini, non volevano rischiare di perdere il controllo del loro bel mondo tutto al maschile.
Solo che noi donne non siamo mica delle violette che si lasciano calpestare. Le donne dell’epoca, quelle vere non quelle delle favole, hanno detto: “Sai che c’è? Fatti da parte!” Hanno lottato, sgomitato e alla fine hanno conquistato il diritto di voto. E grazie a loro oggi possiamo scegliere chi ci governa, fare politica e magari spiegare agli uomini come si fa a non litigare su tutto come in una puntata di Uomini e Donne.
Ma non è che tutto sia rosa e fiori, eh. Ancora oggi c’è chi dice: “Eh, ma ormai le donne hanno troppi diritti.” Ah sì? Quali per esempio? Quello di guadagnare meno di un uomo facendo lo stesso lavoro? O di essere giudicate se non ci trucchiamo, ma anche se ci trucchiamo troppo?
La verità è che dobbiamo continuare a lottare, perché la parità vera è ancora lontana. E allora, grazie a quelle donne che hanno fatto rumore quando il mondo voleva tenerle zitte. E grazie a noi, che ancora oggi facciamo sentire la nostra voce. Perché la parità non te la regalano, la devi conquistare. E se qualcuno si lamenta? Beh, si farà andare giù la cosa con un bel dolcetto. Tanto quello, guarda caso, lo sappiamo fare benissimo.