//S’Ardia di Sedilo. La secolare corsa a cavallo in onore di San Costantino. Elena Aresu 3DB (Linguistico-spagnolo)

S’Ardia di Sedilo. La secolare corsa a cavallo in onore di San Costantino. Elena Aresu 3DB (Linguistico-spagnolo)

di | 2024-03-19T22:32:31+01:00 19-3-2024 22:32|Alboscuole|0 Commenti
L’Ardia di San Costantino è un evento tradizionale che si svolge a Sedilo, nella provincia sarda di Oristano, il 6 e 7 luglio dal 1806. Consiste in una corsa a cavallo lungo un percorso che si sviluppa intorno alla chiesa dedicata all’imperatore Costantino, e che culmina con l’arrivo al Santuario, anch’esso dedicato all’imperatore romano, situato su una collina chiamata Monte Isei. L’Ardia vuole celebrare la grande vittoria dell’imperatore romano Costantino su Massenzio. La vera origine di questa festa tradizionale va probabilmente ricercata in una visione mistica avuta da un sacerdote, Don Giommaria Ledda, il quale, prigioniero dei Mori, sognò di incontrare un giovane vestito da guerriero romano che gli promise di liberarlo, a patto che costruisse una chiesa sul Monte Isei dedicata all’Imperatore Costantino. Lui rispose che non poteva farlo perché non aveva soldi, ed il giovane scomparve. Il giorno dopo, come per incanto, Giommaria ottenne la libertà, e in seguito incontrò nuovamente il giovane che gli consegnò 20 monete d’oro con le quali diede inizio ai lavori del santuario. Oggi, però, correre a cavallo all’Ardia è una cosa che non tutti hanno il piacere di provare. Il nome del capo corsa o “prima pandela” si sceglie da un elenco di iscritti di anni precedenti, custodito dal parroco di Sedilo su un registro segreto, e che verrà comunicato a tutto il paese il giorno della Festa di Sant’Antonio, ovvero il 16 di gennaio. Sarà poi la stessa ‘‘prima pandela’’a scegliere quelli che dovranno essere i suoi cavalieri ed anche ‘‘sas iscortas’’, le riserve. Una volta riuniti tutti davanti alla casa parrocchiale, ai tre cavalieri a capo della corsa verranno consegnati dal sacerdote i vessilli benedetti, “sas pandelas”, il primo giallo, il secondo rosso, ed il terzo bianco. “Sas iscortas”, invece, avranno il compito di impedire a tutti gli altri cavalieri di raggiungere la testa della corsa perché, se ciò avvenisse, rappresenterebbe una vittoria dell’esercito di Massenzio, ovvero della paganità sul cristianesimo. Sono circa cento i cavalieri che prendono parte alla corsa, e dovranno compiere ben sette giri attorno al santuario del Monte Isei per poi fiondarsi a folle velocità verso una piccola arena circolare con al centro un arco. È un’esperienza adrenalinica che ogni anno attrae fino a cinquantamila spettatori.