Riccardo F. II D XXI Aprile
Io sono il vento, sto in tutti i luoghi e nessuno mi può rincorrere, imprigionare dentro buste o barattoli.
Sono invisibile, posso essere leggero, delicato come una carezza e anche forte, fastidioso, violento come uno schiaffo.
In cielo mi diverto a giocare con il sole a nascondino e con le nuvole ad acchiapparella e posso anche dondolare.
In città sono un po’ monellino: rubo i cappelli e le sciarpe, alzo nuvole di polvere grigia dai palazzi, spettino i capelli e faccio scoppiare una bomba di pioggia; spesso sono violento, fastidioso, forte. Al mare gelo le persone quando escono dall’acqua, alzo e ti faccio arrivare la sabbia negli occhi, agito il mare, faccio volare teli e ombrelloni. Qui però sono abbastanza fastidioso, ma solo fastidioso.
In campagna cambio tutto. Pettino le spighe di grano o a sinistra o a destra dipende da dove soffio e pettino pure i fili d’erba, rubo i profumi li prendo e li porto via con me, li spargo in luoghi diversi e quelli che restano li riporto in campagna.
Faccio cadere le foglie dagli alberi e faccio volare leggermente e piano gli aquiloni dei bambini.