Angela D’Aria 4 AT Si è appena conclusa la mostra di artisti spagnoli “La cultura è capitale” allestita presso gli Ipogei Motta e illustrata ai ragazzi della IV A Rim e della IV A T da Andrea Iezzi, organizzatore della mostra stessa. Iezzi ha subito precisato che ogni persona può vedere in un’opera qualcosa di diverso in base alle proprie emozioni. La visita è durata circa un’ora e mezza durante la quale gli studenti hanno espresso le loro emozioni di fronte alle opere. Molte hanno suscitato stupore e meraviglia. D’altronde lo scopo della mostra è stupire il visitatore sottolineando i modi in cui gli autori delle opere rovesciano gli stereotipi relativi al ruolo dell’uomo e della donna nella società odierna. Gli studenti sono stati colpiti dal quadro La Torera dell’artista spagnolo Villalta che raffigura la tipica figura spagnola del matador sostituito da una donna. Hanno affermato di aver provato una sensazione di libertà rispetto all’idea di una definita e immutabile suddivisione di ruoli ancora presente nella nostra società. Hanno provato invece un senso di smarrimento e di fastidio, esattamente ciò che il duo spagnolo “Las Mitochondria ” voleva provocare con lo spettacolo teatrale organizzato in un altro ambiente degli ipogei, per una immagine di donna imprigionata nella funzione di custode della casa e madre. Un’altra opera che ha stupito gli alunni è La Mafia di Molina in cui sono rappresentati tre mostri con la giacca che nascondono dietro la spalla un bastone, una pistola e un coltello e si affacciano su Roma. Come ha spiegato Iezzi questo quadro vuole condannare la corruzione della società odierna e i mostri molto probabilmente sono politici. I ragazzi sono rimasti sbalorditi nel vedere il modo surrealista in cui un concetto così attuale può essere rappresentato. D’impatto è stata l’opera di Orquín la cui particolarità è la parte mancante del quadro a livello dell’addome del ragazzo raffigurato. Sono stati molti i pareri espressi a riguardo dagli alunni, ma la maggior parte di loro ha condiviso il pensiero di Iezzi il quale individua quella mancanza come un vuoto che ogni essere umano porta con sé a causa dei diversi eventi negativi che caratterizzano la vita. L’unica scultura presente nella mostra è L’Angelo di cartapesta di Ocaña il quale ha subito fatto pensare alla tradizione materana della costruzione di un carro di cartapesta in onore della Madonna della Bruna. Per gli studenti è stato un modo innovativo per scoprire nuovi mondi e nuove idee lontani dai banchi. Al termine della mostra alcuni di loro hanno affermato di aver scoperto la vera bellezza dell’arte contemporanea che molto spesso non ha bisogno di spiegazione.