Tutti abbiamo sentito parlare almeno una volta del famoso Fabrizio De André, cantautore italiano che attraverso le sue parole ci ha più e più volte raccontato storie di emarginati, ribelli e prostitute. Nato nel Febbraio del 1940, durante il suo percorso come cantautore, ha inciso 14 album in cui ha spesso parlato degli “sconfitti” della società. Il nome De André è riconducibile ad una delle sue più famose canzoni, scritta nel 1964 e pubblicata nel 1966, “La guerra di Piero”. Ma la canzone a cui vorrei dedicare questa pagina è la “Canzone di Marinella” composta nel 1962. Con significati nascosti l’autore ha saputo riscrivere la vita di una povera donna che è stata privata del vero amore. Fabrizio De André, per comporre questa meravigliosa poesia musicata, si è ispirato ad un fatto di cronaca che aveva letto e suscitato in lui forti emozioni. In un’intervista diceva che la canzone non era stata scritta per raccontare una storia d’amore ma il suo contrario. De André raccontava, inoltre, che la canzone di Marinella era nata da un romanzo familiare calato e vestito addosso ad una ragazza di 16 anni che, per motivi familiari, si era ritrovata a fare la prostituta. La sfortunata giovane poi era stata uccisa e scaraventata nel Tarano o nel Bormida da un delinquente. De André ci dà la possibilità di amare questa canzone poiché riscrive la storia di Marinella e le addolcisce la morte. La passione e la tristezza provata per questa storia, una notizia di cronaca apparsa sulla Gazzetta del Popolo del 29 gennaio 1953 e relativa a un fatto realmente accaduto ad una certa Maria, uccisa e gettata nel fiume Olona, lo aveva perciò indotto a scrivere versi di pura poesia. A farci capire meglio la storia però è Roberto Argenta che ha scritto e pubblicato un libro intitolato “La storia di Marinella …quella vera”. Argenta ci spiega che de André si era ispirato alla storia di Maria Boccuzzi che era finita a fare la prostituta a Milano a causa di un litigio con i genitori poiché frequentava un ragazzo di nome Mario non visto bene dalla famiglia. Dopo essere stata mandata via di casa, Maria aveva iniziato una convivenza con Mario. Dopo essere stata licenziata dal suo datore di lavoro era stata lasciata da Mario. Così inizia la decadenza di Maria e la sua vita verso il baratro buio e profondo che la condurrà alla morte. Inizia a lavorare come ballerina di Avanspettacolo con il nome d’arte di Mary Pirimpò e frequenta un ragazzo di nome Luigi Vitti che la vende a Carlone, conosciuto anche come” il protettore delle prostitute”. Maria, costretta a lavorare, viaggia a Torino, Firenze e di nuovo a Milano sotto minacce di percosse. Secondo delle colleghe Maria Boccuzzi avrebbe voluto cambiare vita e riallacciare i rapporti con la sua famiglia. Questo sogno però non si realizzò mai, poiché la notte del 1953, con 6 colpi di pistola, fu uccisa per poi essere scaraventata nel fiume. Il responsabile del delitto non fu mai trovato. In questa meravigliosa poesia, brano musicale scritto e composto nel 1962 dal cantautore Fabrizio De André con l’arrangiamento musicale di Gian Piero Reverberi, e pubblicato la prima volta sul singolo “Valzer per un amore/La canzone di Marinella” del 1964 dallo stesso autore, ci viene raccontata la storia di una donna che viene privata del suo amore e di un sogno mai realizzato. Marinella viveva in un mondo fatto di illusioni. Come tutti anche lei voleva vivere una vita illuminata dalla luce più bella, quella dell’amore, quella di un compagno di vita e quella della famiglia. A questo pensa Fabrizio de André regalandole un amore che Marinella non ha potuto avere, quello di un giovane così tanto innamorato da aver amore solo per lei. Attraverso questa canzone possiamo anche noi desiderare di essere trattate così, come Marinella viene trattata da quel re “senza corona e senza scorta”. Perciò, il grande “Faber”, com’era noto anche affettuosamente De André, partendo da una tragedia anonima, crea, in modo magistrale, un dramma intenso che va oltre la storia, che parla di un amore che non conosce scale gerarchiche, e di una morte che rende dignità anche all’essere più povero che vive su questa terra.
Antea Piras 2DB (Linguistico-spagnolo)