//Recensione del film “Tutta la vita davanti”

Recensione del film “Tutta la vita davanti”

di | 2018-09-08T18:32:59+02:00 3-9-2018 15:23|Alboscuole|0 Commenti
di REDAZIONE – “Tutta la vita davanti” è un film del 2008 diretto da Paolo Virzì. Si tratta di una commedia che affronta l’argomento della precarietà. La protagonista è Marta, una ragazza di venticinque anni appena laureata con lode in filosofia, che partecipa a un concorso per ottenere un posto come ricercatrice all’Università. Nell’attesa cerca un lavoro part-time, ma riesce a trovare solo un impiego come baby-sitter, così si trasferirà nell’appartamento di Sonia per badare alla figlia Lara. Sonia lavora presso la “Multiple Italia”, un’azienda che vende un costoso elettrodomestico tramite il servizio di call center effettuato da ragazze e dimostrazioni a domicilio del prodotto di cui si occupano i ragazzi. Qui molti giovani, laureati e non, si trovano a vivere l’atmosfera del lavoro precario con, come dice il titolo del film, “tutta una vita davanti”. La protagonista, all’inizio speranzosa e vogliosa di iniziare il suo inserimento nel mondo del lavoro, si trova ben presto ad affrontare la delusione di piani e progetti difficili da realizzare nella triste realtà del precariato. È proprio la precarietà il tema principale del film, ossia, una condizione sociale che deriva da una sequenza di contratti lavorativi di durata determinata, ad esempio di pochi mesi, con l’incertezza di stipulare un nuovo contratto di durata indeterminata. Si tratta, quindi, di lavoro occasionale e ciò provoca la diminuzione dei diritti di cittadinanza; crea lacune di formazione, dà origine a progetti di vita rinviati e costituisce una vera e propria fonte d’ansia. Virzì, il regista, porta in scena una società, quella italiana, rovinata proprio dall’incubo della precarietà, della disoccupazione giovanile, del futuro incerto, dei laureati costretti a dover andare a lavorare in un call center, per una misera retribuzione mensile, senza diritti ma solo con obblighi da dover rispettare, dove un solo errore potrebbe causare il licenziamento. Attraverso gli intrighi amorosi vengono esaltate le ansie, le invidie, i comportamenti contraddittori e meschini dei personaggi tipici dell’attuale società. Anche gli stessi sindacati risultano presenti ma non produttivi, incapaci di rappresentare l’Italia come in realtà dovrebbero in quanto tutti parlano ma poco si concretizza e si guarda con nostalgia alle manifestazioni sindacali del passato. Questo film offre numerosi spunti di riflessione sul mondo del lavoro al giorno d’oggi, lo trovo indicato non solo ad un pubblico adulto, ma anche ai giovani che devono prepararsi ad affrontare le nuove esperienze lavorative da un lato con carica e tenacia e dall’ altro con realismo e senza lasciarsi trascinare da false illusioni. Inoltre illustra le attuali condizioni del lavoro in Italia evidenziandone gli aspetti negativi e portando lo spettatore a ragionare sul futuro incerto dei giovani.