Domenica Locantore. Italia: le donne combattono ancora per l’emancipazione.
“…e anche Teresa, la venditrice di sigarette che rabbrividiva felice al primo vento d’autunno,tutti i milioni di Terese, che nei campi, nelle strade e nelle case di tutta Italia, avevano lasciato per sempre la vita di prima, e imparato a rallegrarsi di se stesse,erano là, erano con noi, e noi con loro.”
Così Carlo Levi ne ” L’orologio”, racconto appassionato del primo dopoguerra che aveva visto le donne protagoniste della lotta di liberazione.
A distanza di oltre settanta anni, a che punto siamo ?
É una domanda che dovremmo porci più spesso e su cui dovremmo riflettere molto vista la situazione che le donne ancora oggi si trovano a vivere anche nel nostro Paese.
Siamo nell’era della tecnologia e delle grandi innovazioni. L’emancipazione femminile dovrebbe essere ormai un fatto ampiamente consolidato, le discriminazioni un lontano ricordo. Senonché il rapporto annuale 2018 sul gap gender colloca l’Italia all’ottantaduesimo posto su 144 paesi nel mondo per quanto concerne la capacità di colmare le differenze di genere. Dalle pubblicità sessiste,al divario retributivo, al soffitto di cristallo che impedisce alle donne di arrivare ai veri posti di comando sebbene esse possano accedere a qualsivoglia carriera, tanti sono gli ambiti in cui occorrerebbero delle serie azioni concrete. Inquieta il clima culturale in cui sembrano venir messe in discussione alcune tra le conquiste più importanti delle donne come la legge sul divorzio riproponendo un’idea di famiglia tradizionale fondata su una “presunta legge di natura” che assegna alla donna un esclusivo ruolo di madre, moglie e ” domestica”. Ritorneremo forse ad una società in cui la donna perderà tutto ciò che ha conquistato? O riaffermeremo a livello giuridico un modello culturale mai di fatto veramente abbandonato?
Dovremmo essere tutti abituati ad avere le donne ai vertici della vita politica e sociale, ci troviamo a dover impedire una pericolosa regressione. Potrebbe essere rimessa in discussione la libertà di scelta della donna perché qualcun altro rivendica il diritto di scegliere al posto suo. Invece di compiere questi passi indietro, è bene che ne facciamo qualcuno in avanti, verso la parità, come dovrebbe essere in uno Stato democratico e libero. Parità che dovrebbe manifestarsi in tutte le situazioni e gli ambiti : casa, lavoro, famiglia, politica. Per non rendere vana la lotta e l’impegno delle tante donne che ci hanno preceduto è bene tenere alta la guardia, superare i pregiudizi e gli stereotipi, individuare le trappole che a volte sono le stesse donne a tendere a se stesse e alle altre. Forse non guasterebbe maggiore solidarietà in vista di un comune obiettivo.