di Mattia Princigallo – So esattamente quello che state pensando. Ecco la solita cantilena sul Natale e l’essere più buoni, sul non pensare alle feste con un atteggiamento consumistico e che è sempre meglio donare che ricevere. Per quanto sia incline alla retorica cristiana del Natale, non è dei 5 milioni di italiani che vivono in condizioni di povertà assoluta di cui voglio parlarvi o dei bambini che nel continente africano ogni giorno muoiono di fame. Quest’anno è giusto, oltre che necessario parlare di un altro essere (se siete amanti delle allegorie), a cui abbiamo chiesto tanto, troppo e che adesso è pronto a mostrarci il conto: il nostro pianeta, la Terra. Lo scorso autunno ha portato nel nostro Paese un’imponente ondata di maltempo a cui non eravamo per nulla preparati, distruggendo intere città e famiglie, per danni stimati in oltre 1 miliardo di euro. Tralasciando il peso economico e umano che queste catastrofi portano, è ormai assodato che un pericoloso cambiamento climatico è in corso e l’Italia ne è il primo testimone. L’ultimo allarme è lanciato dall’Istituto superiore di sanità, restano solo 20 anni per salvare il Pianeta. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, in occasione dell’apertura ufficiale del vertice COP24 (La conferenza dell’ONU sui cambiamenti climatici) in Polonia ha spiegato ai delegati che non stiamo ancora facendo abbastanza né ci stiamo muovendo abbastanza veloci. Certo, parole come surriscaldamento terrestre o accordo globale sui cambiamenti climatici sembrano espressioni troppo grandi da poter gestire ma si sa, è dalle piccole cose che nasce il cambiamento. Cosa possiamo fare noi, adesso? Tante cose. Spegniamo le luci, anche quelle minuscole e rosse dei televisori, quando non le utilizziamo per evitare consumi inutili; Spostiamoci a piedi o in bici, che oltre a far bene alla nostra salute, riduce l’inquinamento prodotto dalle auto. Ricicliamo! Niente è inutile, non dimenticate che nulla di distrugge ma tutto si trasforma; molti sindaci hanno vietato l’utilizzo di plastica nei loro comuni, un esempio lo troviamo qui vicino: alle Isole Tremiti da maggio scorso il sindaco ha imposto, attraverso un’ordinanza, il divieto di utilizzo di stoviglie e contenitori in plastica non biodegradabile. Chiediamo ai nostri rappresentanti locali di fare lo stesso. Noi possiamo già farlo nelle nostre case. Secondo un’indagine ISTAT il Bel Paese è uno degli Stati con i consumi idrici più alti al mondo, chiudiamo l’acqua quando non dobbiamo utilizzarla. Il cambiamento come vedete è possibile, due decenni sono un lasso di tempo irrisorio, perciò smettiamola di appaltare il compito di adottare uno stile di vita sostenibile alle generazioni future o a coloro che ci governano. Se non siamo disposti a cambiare immediatamente rotta, nessuno sarà escluso dalle conseguenze che ne deriveranno. Buon Natale.