a cura di Milva Nucciarelli – docente di scuola Secondaria di I grado –
Alto, ma non possente, longilineo, ma dal fisico asciutto, portamento elegante e misurato, tipico di chi si dispone all’ascolto prima ancora di esprimersi con il parlare. Così si è presentato lunedì mattina l’ex Procuratore Fausto Cardella ai ragazzi della Scuola Secondaria di Primo Grado “G. Alessi” di Santa Maria degli Angeli, guidata dal Dirigente Scolastico: Chiara Grassi. Nell’ambito di un progetto che rimanda alla legalità e in particolare alla Costituzione, e coordinato dall’insegnante Rosita Tomassetti, l’uomo di legge, che non ha bisogno di presentazioni, si è reso disponibile, in maniera generosa e quasi affettuosa, al flusso di domande che gli alunni hanno rivolto in un vortice crescendo di curiosità e desiderio di comprensione.
Siciliano per nascita, ma adottato da molte regioni d’Italia, dal Piemonte all’Umbria, ha percorso la carriera alternando il ruolo di procuratore a quello di giudice e nel cambiare funzioni e luoghi ha potuto attingere a quegli incentivi nuovi e diversi che sono alla base della motivazione a svolgere il proprio lavoro nel migliore dei modi. Al ragazzo che gli ha chiesto se ha avuto momenti di cedimento o di sconforto, ha risposto di no, perché gli stimoli non gli sono mai mancati… e
“Ha avuto mai paura? Per se stesso o per i propri cari?”…
Cita Falcone, che ha conosciuto personalmente, alla cui strage, insieme a quella del giudice Borsellino, ha lavorato con le indagini:
“L’importante non è avere paura, ma saperla dominare, ho avuto le protezioni da parte dell’Arma dei carabinieri e ciò mi ha dato sicurezza e fiducia, fugando eccessive preoccupazioni”
Alla domanda “Quali sono le difficoltà che ha incontrato?”, le sue spalle sembrano farsi più curve, il busto si protende più avanti, come se volesse abbracciare la platea e condurla ad un sapere più profondo, meno ovvio e scontato. Risponde
“Le difficoltà sono quelle relative alla propria coscienza”.
A questo punto ci regala dei ricordi, che incorniciano quanta umanità e stabilità morale deve permeare la figura del magistrato. Riporta l’episodio di quando, per la prima volta ha fatto arrestare un uomo, sono trascorsi 44 anni, era un rapinatore.. ma soltanto nel momento in cui gli è apparso l’uomo, o meglio “la persona”, legata a quelle catene così pesanti e stridenti di un tempo, solo allora, colpito da un enorme turbamento, ha preso realmente “coscienza” del peso del proprio decidere. Altro episodio, questa volta, intriso da calore e gratitudine, è legato a quando incontrò una giovane signora, che lo volle ringraziare perché era stata implicata ingiustamente in una indagine per spaccio di stupefacenti e lui aveva capito che ne era estranea, salvandola così dalla macchia dell’ignominia.
“La mia è stata un’attività discrezionale, capire il discrimine tra chi è colpevole e chi è innocente richiede tanto equilibrio”.
La statura del personaggio Cardella emerge anche quando dal palco, in merito al tema della “Costituzione” un ragazzo chiede
“Quali articoli la rendono così speciale?”. “Io preferisco la prima parte (i primi 12 articoli) perché è tra le più moderne ed è veramente bella… ma a me piacciono tutti quegli articoli che rimandano ai principi di uguaglianza e solidarietà.. ma poi mi preme dire, attenzione al concetto di “libertà”, le cui radici si legano ai diritti e ai doveri, essi vanno a braccetto, si è liberi non solo quando si riceve, ma anche quando si dà”.
Dopo aver esposto una breve storia della nostra “Carta d’identità”, che nasce dopo la guerra, dopo un regime dittatoriale, dopo tanto sangue versato, redatta con il contributo di tutti: dai marxisti ai cattolici e liberali, che insieme si riunirono per scrivere la nuova Italia Repubblicana, rammenta e ammonisce che non bisogna mai dimenticare l’importanza di difendere le proprie opinioni, ma al tempo stesso non si deve pretendere che anche gli altri sposino le nostre. La Costituzione ci insegna che nessuno è depositario di una “Verità assoluta”, che deve essere imposta agli altri. E poi ancora Cardella ha toccato altre note nel rispondere ai tanti quesiti degli studenti, dal diritto al lavoro, alla salute, al tema degli immigrati e quello della guerra. Il diritto esiste, c’è, ma è anche un’aspirazione, a cui tutti devono rivolgersi e l’Italia di oggi percepisce questo fine e valore. In questo incontro le parole del procuratore, insieme alla entusiastica interazione con i ragazzi, hanno disegnato una mappa etica, un navigatore attraverso cui viaggiare nella giusta direzione. Infine, Cardella ci ha lasciato menzionando il poeta e aforista G. Bufalino, che scrisse
“La mafia verrà sconfitta definitivamente da un esercito di insegnanti” e aggiunge “oggi, dalle domande che mi avete rivolto, voi ragazzi, sono fiducioso”.
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