//Quando la psicologia entra a scuola. Intervista alla Dott.ssa Azzurra R. Incorvaia

Quando la psicologia entra a scuola. Intervista alla Dott.ssa Azzurra R. Incorvaia

di | 2018-04-08T21:21:01+02:00 8-4-2018 21:21|Alboscuole|0 Commenti
Elisa Cusumano – Ausilia Scrimali – Giorgia Augusta – Cristina MagliarisiGiovedì 5 aprile, abbiamo avuto l’onore di ospitare nella nostra scuola la Dott.ssa Azzurra R. Incorvaia, che ci ha parlato di varie problematiche relative alla preadolescenza, alla crescita e allo sviluppo dai 10 ai 13 anni, alle crisi che si possono attraversare in questo arco di età, al bullismo visto in chiave femminile. Alla dottoressa abbiamo posto molte domande. D. Che cos’è la preadolescenza? R. La preadolescenza è quella fase della crescita posta tra la fanciullezza e l’adolescenza di ogni individuo, rappresenta un periodo di grandi cambiamenti che si verificano nella fascia di età compresa tra i 10 e i 13 anni circa. Nel ragazzo/a il fisico e la mente cambiano, scopre il sociale e la sessualità, avvengono dei cambiamenti sulla sfera affettiva-emozionale. D. Nel periodo della preadolescenza come cambia il carattere? Quali sono i momenti positivi o negativi? R. Ognuno di noi è diverso dall’altro poiché possiede la propria personalità che in questa fase continua a modificarsi essendo un processo dinamico. I rapidi cambiamenti che avvengono nel ragazzo/a riguardano molti aspetti come il corpo, il pensiero, punti di riferimento, valori, ecc. Sono modifiche a volte ingestibili poiché in ogni fase esiste una crisi che porta l’individuo a non riconoscersi e difficilmente riesce ad accettarsi per come si vede. Il lato positivo o negativo lo traiamo noi da ogni cosa, dipende da come si riesce a gestire il nuovo evento. D. Perché quando il nostro corpo cambia, noi qualche volta ci vergogniamo? R. Il cambiamento corporeo del preadolescente è uno dei punti fondamentali della crescita, per cui il ragazzo/a ha difficoltà ad accettarsi, trovandosi davanti una nuova identità corporea, il bisogno del gruppo e l’accettazione da quest’ultimo. Non bisogna mai banalizzare ciò che accade poiché questo potrebbe essere un motivo di vergogna ma bisogna sostenersi a vicenda e cercare di prendere consapevolezza il più possibile del cambiamento che sta avvenendo in ognuno di voi tenendo conto che è una fase di passaggio a cui siamo stati tutti soggetti nell’arco della vita. D. Che cosa ci consiglia di fare per superare le crisi del cambiamento? R. Bisogna prendere coscienza che in voi come in tutti gli individui, qualcosa sta cambiando, si modifica con il tempo e quindi chi già conosce determinati aspetti avrà più facilità ad accettare e a superare al meglio le crisi di cambiamento che si verificano alla vostra età. D. Perché a volte diventiamo aggressivi? R. Si diventa aggressivi poiché nella fase preadolescenziale si cerca di affermare la propria personalità, si sente il bisogno di autonomia e di separazione, il rapporto con i genitori diventa conflittuale e quindi chi si contrappone a voi fa scaturire atti di aggressività poiché non vi sentite compresi dal mondo degli adulti. D. Perché esiste il bullismo? C’è differenza tra quello maschile e quello femminile? Perché ci sono i bulli? Qual è il motivo che li fa diventare tali? R. In genere il bullismo esiste ed il bullo diventa tale, perché si sviluppano due meccanismi particolari, il primo è l’apprendimento, ad esempio il bambino in famiglia ha assistito a scene di violenza e quindi si identifica e li ripropone relazionandosi con i suoi coetanei; il secondo è la rivalsa, ad esempio il bambino ha subito sulla sua pelle una qualche forma di violenza e di conseguenza può essere sia predisposto a subirla anche fuori casa, ma allo stesso tempo anche a diventare violento con un bambino più debole. La differenza tra il bullismo femminile e quello maschile sta nel tipo di violenza che viene messa in atto nei confronti della vittima, ovvero, il maschio agisce fisicamente, quindi si parla di violenza fisica, mentre la femmina agisce in maniera indiretta o psicologica e si parla in questo caso di violenza morale. In entrambi i casi le conseguenze rimangono uguali per chi subisce atti di bullismo di qualsiasi genere.