di Alessandra Scutari, Classe 1^ C e Sara Rossi , Classe 1^ B. – Chi non conosce la maschera di Pulcinella? Probabilmente la conosciamo tutti! E’ la maschera napoletana per eccellenza della Commedia dell’Arte che è la rappresentazione dell’ingegno, della forza di volontà, del mettersi in gioco sempre, ma soprattutto del coraggio. Come personaggio Pulcinella accomuna tutte le sfaccettature delle vicende quotidiane appartenenti al popolo partenopeo. In teatro è sempre in contraddizione, può essere ricco o povero, nella vita per la fame si adatta a fare tutti i mestieri oltre ad essere servo fedele. Di Pulcinella è famosa la sua arguzia con la quale risolve tutti i problemi che gli cadono addosso ed è anche sempre pronto ad aiutare i più deboli a discapito dei più forti. Le origini di questa maschera risalgono al Seicento quando l’attore Silvio Fiorillo creò questa maschera ispirandosi ad un contadino di Acerra di nome Puccio d’Aniello, che stanco di zappare la terra, decise di unirsi ad una compagnia teatrale girovaga che si era fermata nel suo paesino. Alcuni autori sostengono che le sue origini risalgono al personaggio della commedia farsesca Maccus delle Atellane romane del IV secolo a.C. Altri sostengono, per l’originario cappello con i corni, che le sue origini sono di gran lunga molto più antiche facendole risalire addirittura ai tempi del Neolitico (3500 A.C.), quando gli abitanti delle capanne usavano apporre fuori dall’ uscio un corno come auspicio di fertilità. Ancora oggi a Napoli si ritiene che il corno per portare fortuna deve essere rosso e fatto a mano. Il nome di Pulcinella deriva con ogni probabilità dal napoletano “pollicino”, che significa pulcino, e si riferisce al timbro della sua voce. Il costume è bianco con una maschera nera che non ricopre per intero il volto. Il pulcinella di Silvio Fiorillo aveva barba e baffi ed indossava un cappello bicorno mentre quello successivo ed attuale è “a pan di zucchero”. Oltre alla Commedia dell’Arte Pulcinella compare anche nel Teatro di Burattini e Marionette dove non è un servo ma eroe irriverente che con vigore e veemenza sconfigge molti nemici prepotenti.