di Sara Millauro e Giuseppe Seminara (classe 2^E) – Anche quest’anno sono stati attribuiti i premi Nobel, una onorificenza di valore mondiale conferita a persone che si sono distinte nell’aver apportato ”i maggiori benefici all’umanità” attraverso ricerche, scoperte, invenzioni e per l’impegno in favore della pace mondiale.
Il premio fu istituito nel 1901 in seguito alle ultime volontà di Alfred Bernhard Nobel, chimico e industriale svedese e inventore della dinamite e della balistite che, preoccupato dell’uso bellico che ne venne fatto, istituì nel suo testamento i premi Nobel per la pace, per la letteratura, per la chimica, per la medicina e per la fisica.
I premi sono assegnati in ottobre e la cerimonia di consegna si tiene a Stoccolma (Svezia), il 10 dicembre, anniversario della morte del fondatore, con esclusione del premio per la pace che viene assegnato anch’esso il 10 dicembre ma ad Oslo (Norvegia).
Il 5 ottobre di quest’anno a Oslo è stato conferito il premio Nobel per la pace a Denis Mukwege e Nadia Murad per i loro sforzi nel tentativo di porre fine all’uso della violenza sessuale come arma di guerra e conflitto armato.
Mukwege è un ginecologo congolese, che si è dedicato alla cura dei danni fisici causati dallo stupro, condannando lo stupro di massa e denunciando il governo congolese e altri paesi per non aver fermato l’uso della violenza sessuale contro le donne come strategia e arma di guerra. Egli ha dedicato la sua vita ad aiutare e difendere queste vittime.
Murad è una delle circa 3000 ragazze e donne yazide del nord dell’Iraq che sono state vittime e testimoni di stupri e altri abusi subiti dai miliziani Isis. Riuscita a fuggire, ha dimostrato un grande coraggio nel denunciare le violenze sessuali subite da migliaia di donne e da lei in prima persona.
Entrambi i vincitori hanno dedicato enorme impegno nel contrastare e far conoscere questi crimini di guerra con i loro preziosi contributi alla causa, mettendo la propria sicurezza a rischio per aiutare le vittime e ottenere per loro giustizia.
L’intento di questa battaglia è quella di dare visibilità al problema, portando allo scoperto i colpevoli, affinchè vengano puniti per le loro brutali azioni.
L’uso della violenza sessuale come arma di guerra e conflitto armato costituisce sia un crimine di guerra contro l’umanità che una minaccia alla pace e alla sicurezza. Servirsi della violenza sessuale è una grave violazione delle leggi internazionali.
Un mondo più pacifico può essere raggiunto solo se le donne e i loro diritti fondamentali vengano riconosciuti e protetti alla pari degli uomini. Il mondo deve sapere e deve sentirsi moralmente responsabile ad agire e non essere indifferente di fronte a queste atrocità.
”La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci” (Isaac Asimov).