La pirateria è l’azione illegale dei pirati, che compiono violenza in ambito nautico. Tipicamente essi sono marinai che assaltano, saccheggiano o affondano navi in alto mare, nei porti, sui fiumi, negli estuari e nelle insenature, dopo aver abbandonato la precedente vita sui mercantili per scelta o perchè costretti.
“Pirata” deriva dal latino pirata, piratæ, che significa “tentare” e “attaccare”.
La pirateria è un fenomeno antichissimo: ad assaltare le navi per depredarne i carichi erano Fenici, Greci, Illiri, Liguri, Etruschi e in pratica gli appartenenti a ognuna delle popolazioni che si affacciavano su quel bacino.
I pirati erano semplici e spesso crudeli predoni che agivano senza regole al solo scopo di arricchirsi, con navi agili e leggeri, assalivano di sorpresa le imbarcazioni per impadronirsi del carico.
Vi sono esempi di pirati nel mondo antico come gli Shardana o classico tra i Greci e i Romani, quando ad esempio gli Etruschi erano conosciuti con l’epiteto greco Thyrrenoi (da cui deriva il Mar Tirreno) e avevano la fama di pirati crudeli; all’inizio del primo secolo a.C. il giovane Gaio Giulio Cesare fu preso prigioniero da pirati intorno all’isola di Rodi.Gneo Pompeo Magno condusse una vera e propria guerra contro i pirati, con il sostegno del Senato romano. I pirati erano quasi sempre condannati a morte pubblicamente.
Man mano che le città-stato della Grecia crebbero in potenza, attrezzarono delle navi scorta per difendersi dalle azioni di pirateria. Atene, la maggior potenza navale ellenica, dovette spesso occuparsi di proteggere i suoi traffici dai pirati.
L’Egeo era un luogo ideale per i pirati, che si nascondevano con facilità tra le migliaia di isole e insenature, dalle quali potevano depredare le navi mercantili di passaggio. L’attesa era sempre ricompensata da un bottino favoloso. I pirati attaccavano spesso anche i villaggi e ne catturavano gli abitanti per chiedere un riscatto o per rivenderli come schiavi.
La pirateria, di per sé, era una forma particolare di guerra e già nell’antichità pirati poterono trovarsi occasionalmente al servizio di Stati.
Il culmine dell’attività dei pirati fu raggiunto durante il regno della regina Elisabetta I, nella seconda metà del Cinquecento. Francis Drake, Walter Raleigh, John Hawkins condussero la guerra corsara contro gli Spagnoli per conto della sovrana, che aveva parte nella divisione del bottino. Le flotte corsare furono attive per tutto l’Oceano Atlantico e specialmente nel Mar delle Antille, da cui controllavano le rotte delle navi nemiche. I corsari erano dunque una particolarissima specie di soldati, non solo semplici ladri.
Oltre ai pirati, c’erano i corsari, i bucanieri e i filibustieri. Nelle isole caraibiche i corsari vennero definiti in più modi.Il corsaro poteva rapinare solo le navi mercantili nemiche e poteva uccidere in combattimento, perché era incaricato dal governo; il re dava una “lettera di corsa” al proprietario di un mercantile, che durante il suo viaggio poteva incappare in un attacco imprevisto, ma grazie alla lettera si poteva difendere.
I bucanieri erano così detti dal boucan, nome indigeno di uno strumento utilizzato per affumicare la carne. In origine essi erano europei dediti all’agricoltura e alla caccia, che nel 1630 ebbero scontri con gli Spagnoli. Presero allora l’iniziativa di allestire una flotta con cui combatterono la Spagna spesso in alleanza con l’Inghilterra. In un primo periodo li capeggiò Henry Morgan, e alla fine del Seicento erano attivi anche nel Pacifico. L’attività dei bucanieri fu un aiuto importante per la nascita delle colonie inglesi, francesi e olandesi (colonialismo) nelle Indie Occidentali. Essi furono anche definiti filibustieri, da un termine spagnolo, filibustero che significa «avventuriero», «predone».
La guerra dei corsari scomparve nel Settecento, non invece la pirateria che venne combattuta nel corso del 19° secolo dagli Inglesi in Estremo Oriente, Malesia, Cina, Borneo, e che ancora oggi in quelle stesse aree provoca molti problemi.Nel tempo in cui furono attivi, i pirati e i corsari incutevano terrore. Poi, le loro avventure hanno ispirato molte leggende che hanno trasformato questi predoni in protagonisti popolari, a volte buffi e simpatici.
I luoghi considerati ad alto rischio di pirateria sono cambiati. Tra questi spiccano il Mare Caraibico, la zona dello stretto di Gibilterra, il Madagascar, il Mar Rosso, il Golfo Persico, il litorale del Malabar, tutta l’area tra Filippine, Malaysia e Indonesia ove spadroneggiavano i pirati filippini.
N. Di Rodi- L. La Porta 1^H