Esperienza sicuramente da ricordare quella vissuta sabato 28 gennaio 2023 da un gruppo di alunni e alunne della scuola secondaria di primo grado “Foscolo” di Barcellona Pozzo di Gotto nell’ambito del progetto PON/POC “Sulla via della Legalità… Percorsi di memoria”, organizzato dall’Istituto Comprensivo all’interno dei progetti “Per la scuola competenze e ambienti per l’apprendimento -Apprendimento e Socialità, Annualità 2022/2023”. Guidati dalle docenti prof.sse Michaela Munafò e Giuseppa Crinò, tutti i ragazzi frequentanti il percorso, insieme ad un’altra classe terza, hanno infatti partecipato a una interessantissima e significativa uscita didattica a Cinisi, la cittadina nei pressi di Palermo divenuta nota per aver dato i natali a Peppino Impastato e per essere stato il luogo in cui è maturata la sua scelta di legalità. La destinazione era proprio la “Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato”, la casa Museo fortemente voluta da Felicia Bartolotta Impastato dopo la morte del figlio nel 1978 e oggi portata avanti da Giovanni Impastato, il fratello, e da sua figlia Luisa. Qui, in particolare, gli alunni hanno avuto l’opportunità di incontrare proprio Luisa, la quale porta ancora avanti con grandissimo impegno il ricordo di sua nonna e di suo zio, e inaspettatamente hanno avuto anche il grande piacere di incontrare Giovanni, che tra i tanti impegni in giro per l’Italia si trovava lì a “Casa Memoria” in occasione di un’intervista al TG1 in cui spiegava la sua recente lettera aperta rivolta alla figlia del boss Matteo Messina Denaro, arrestato dopo trent’anni di latitanza, per invitarla a fare una scelta di legalità, come già il suo stesso cugino Giuseppe Cimarosa sta compiendo su esempio di Peppino.
Successivamente vi è stato un lungo confronto con Luisa, con numerose domande poste dai ragazzi, curiosità e conferme di quanto già conoscevano per avere approfondito a scuola la storia di suo zio e della sua famiglia, soprattutto aver saputo delle grandi difficoltà incontrate al riconoscimento della verità sui mandanti dell’assassinio con un’attesa di 24 anni. Poi il gruppo ha avuto modo di visitare la casa di Peppino, vivendo l’emozione di osservarne gli effetti personali, come per esempio al primo piano la sua stanza, con la sua chitarra, i suoi vinili preferiti, la sua macchina fotografica e da scrivere, la sua scrivania, le sue carte… Al piano terra, invece, c’è una stanza adibita alla vendita di libri o oggetti inerenti alla famiglia Impastato, e qui per l’occasione gli acquisti dei ragazzi sono stati autografati da Giovanni Impastato lì presente, con i quale alcuni hanno anche avuto l’opportunità di fare una foto ricordo. Uscendo da “Casa Memoria”, gli alunni hanno infine percorso i famosi “cento passi” citati nel film di Marco Tullio Giordana, arrivando così di fronte, alla casa del boss di Cinisi Gaetano Badalamenti, “Tano Seduto” come lo chiamava Peppino, ora diventata “bene sequestrato” e messo a disposizione della comunità e dell’associazione, dove il gruppo ha avuto l’opportunità di soffermare per la pausa pranzo. Sulla via del ritorno, invece, erano state programmate tre brevi soste di fronte a tre luoghi simbolo della lotta alla mafia, tre “luoghi della memoria” da non dimenticare mai, ovvero: la “Stele in ricordo delle vittime della strage di Capaci”, eretta ai bordi dell’autostrada dove avvenne l’esplosione letale in memoria del giudice Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro; “L’albero della Pace” eretto in memoria del giudice Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta sul luogo dell’esplosione in Via D’Amelio; l’enorme “Albero di Falcone” in via Notarbartolo, dove il giudice abitava, luogo di riflessione ormai da oltre trent’anni. La giornata è finita così e di certo chi ha avuto l’opportunità di viverla non la dimenticherà in futuro per i tanti spunti di riflessione che ha offerto. Perché è importante ricordare chi ha avuto il coraggio di agire e fare qualcosa contro l’illegalità e contro la criminalità mafiosa in particolare, ma vedere direttamente i luoghi ormai divenuti simbolici dove ha vissuto Peppino Impastato, uno dei primi combattenti contro la mafia quando i più ne negavano persino l’esistenza, non è cosa che capita spesso.
Giulia Mazzeo, Aurora Miano e Doris Paffumi