L’arrivo
Arriva lento nell’alba gelida.
Lungo, si ferma.
C’è silenzio.
Costipati nei vagoni senza luce,
come mandrie al macello, aspettano.
Una madre abbraccia stretto i suoi piccoli,
un altro, immobile, sbarra gli occhi per meglio sentire.
Stridenti le porte si aprono.
Gelida l’aria entra,
rabbrividiscono.
Severi, furenti i soldati urlano.
Di fretta scendono e leggono “Il lavoro rende liberi”.
Rincuorati,
avanzano sollevati,
ma la scritta è fuorviante,
la morte arrogante e avvolgente
è lì, che li attende
e disperde i corpi come il soffione al vento.