//…per non dimenticare di Giovanni Lauro 2^G

…per non dimenticare di Giovanni Lauro 2^G

di | 2019-02-09T22:17:03+01:00 9-2-2019 22:17|Alboscuole|23 Comments
LA STORIA DELLE VENTI ROSE BIANCHE “L’uomo ha scoperto la bomba atomica, però nessun topo costruirebbe una trappola per topi”( Eistein) E con questa breve citazione che ci ricorre in mente il giorno della Memoria ed è con essa che riusciamo a capire quanto sia stato crudele questo sterminio comandato da Adolf Hitler, chiamato anche il terzo Reich, il quale dirisse questa catastrofe ricordata come la più sanguinosa della storia. Il tema della Shoah che in particolare, rispetto agli altri, mi ha colpito di più, è quello delle“ Rose Bianche”, bambini provenienti da paesi europei come Italia, Francia, Polonia e Olanda, che vennero catturati dalle SS nonostante avessero solo tra i 5 e i 12 anni, perchè appartenenti a delle famiglie ebree, e vennero cosi deportati ad Auschtwitz. Tra questi ragazzini, noi italiani ricordiamo in particolare Sergio De Simone, l’unico italiano selezionato come cavia umana per gli esperimenti del dottor Kurt Heissmeyer. I prediletti vennero messi in riga, e qui il dottor nazista Josef Mengele (Guzburg,16 marzo 1911-Bertiaga, 7 febbraio 1979) noto per gli esperimenti di eugenetica compiuti nel campo di Auschtwitz, pronunciò la seguente frase “Chi vuol vedere la mamma,faccia un passo avanti”, ingannando così venti bambini fra cui Sergio, che all’epoca aveva solo sette anni e nonostante fosse stato avvisato dalle cugine di non avanzare, fece quel malefico passo, il quale gli costò la vita. Le venti cavie catturate in inganno da Mengele, vennero inviati al campo di sterminio di Neuengamme, presso Amburgo, dove li attendeva il medico nazista Kurt Heissmeyer il quale credeva di poter trovare un vaccino per la tubercolosi. I bambini arrivarono ad Amburgo il 29 novembre 1944. Nel gennaio 1945,le cavie vennero operate per immettere nel loro corpo l’anticorpo contro la tubercolosi, pensate che ebbero altre operazioni dal vivo, senza essere anestetizzati, questi bambini che erano malnutriti, drogati, assonnati, obbligati a cedere il proprio corpo per scoprire un vaccino contro la tubercolosi che ancora oggi non è stato trovato. Il 7 aprile del 45′, quando gli alleati si trovavano alle porte di Amburgo, Heissmeyer e due SS salirono su un furgone insieme ai bambini e si diressero verso la scuola amburghese Bullehuser Dann: si dovevano eliminare le cavie degli esperimenti e le loro prove. I ragazzi vennero drogati con della morfina e, una volta raggiunto lo stato di ebrezza dovuto, i soldati tedeschi impiccarono tutti prendendoli per il collo, come quando si appende un quadro al muro. Per medicina intendiamo qualcosa che possa migliorare lo stato di salute della società, ma il dottor Heissmeyer aveva sfruttato il concetto di razzismo della Germania nazista come mezzo per raggiungere i suoi scopi, usando come cavie dei bambini ebrei che avevano una sola colpa: quella di non appartenere alla “razza ariana” che Hitler chiamò “razza pura”, l’unica destinata a dominare e sopravvivere. Se oggi andassimo nella scuola amburghese Bullehuser Dann, troveremo venti rose bianche, dedicate ai venti bambini morti in quel lontano 7 aprile del 1945.