di Nicola Molin, Jacopo Molin, Sebastian Tinti, Classe 1^ C. – Il 25 novembre del 2020 è scomparso il calciatore, che assieme a Pelè, è ritenuto il più grande di tutti i tempi. Le cause della sua morte, dopo l’inchiesta condotta dalla Camera d’Appello e Garanzie del Tribunale di San Isidro, sono imputabili sia all’esistenza che alle cure e non appropriate fornite a Diego Armando Maradona da otto tra medici ed infermieri. Tutti e otto sono accusati di omicidio con dolo eventuale e rischiano la condanna da 8 a 25 anni di reclusione. Gli incriminati sono: il neurochirurgo Leopoldo Luque, la psichiatra Agustina Cosachov, lo psicologo Carlos Angel Diaz, il medico coordinatore Nancy Edith Forlini, il coordinatore degli infermieri Mariano Ariel Perroni, l’infermiere Riccardo Omar Almiron, l’infermiera Dahiana Gisela Madrid e il medico Pedro Pablo di Spagna. L’accusa appunto è quella dell’inadeguata assistenza medica all’ex campione che viveva nell’appartamento del Barrio San Andres a Tigre distante a solo 25 Km da Buenos Aires. Questa notizia diffusa soltanto pochi giorni fa ha riscosso grande clamore e un rinnovato interesse in tutto il mondo del Calcio e non sulle dubbie cause della prematura scomparsa del grande calciatore. A Napoli, dove ha scritto la storia del calcio della città, ancora oggi è molto amato. Per riconoscenza, dopo la sua morte, infatti la città partenopea il 4 dicembre del 2020 gli ha dedicato il suo Stadio sostituendolo all’originario Stadio del Sole del 1959, ribattezzato poi nel 1963 in Stadio San Paolo. Per chi ancora non conosce la straordinaria carriera calcistica di Maradona ecco la sua biografia. Era nato in Argentina nel 1960 dove ha militato nell’Argentino Junior e nel Boca Juniors. Ha giocato nel Barcellona prima di essere acquistato dal Napoli e anche nel Siviglia e nel Newell’s Old Boys. E’ stato anche allenatore e dirigente sportivo. Era soprannominato “El pibe de oro”. Il suo ruolo era centrocampista offensivo indossando la maglia n°10. E’ stato campione del mondo nel 1986 e fu vice campione del mondo nel 1990 con la Nazionale Argentina con la quale partecipò a ben 4 mondiali: 1982, 1986, 1990, 1994. Contro l’Inghilterra ai Quarti di Finale dei Campionati Mondiali disputati in Messico nel 1986 segnò una rete considerata il gol del secolo tre minuti dopo aver segnato un ‘gol con la mano’ che è anche l’altro episodio per cui è spesso ricordato. Ha vinto il Pallone d’Oro alla carriera nel 1995 poiché fino al 1994 il trofeo era riservato ai soli campioni europei. Con Pelè ha condiviso il premio ufficiale della FIFA come miglior giocatore del 20° Secolo. Nel 1993 è stato premiato come migliore calciatore argentino di sempre. Nel 2002 è stato inserito dalla FIFA WORD CUP nel Dream Team degli 11 calciatori della storia dei Mondiali. Nel 2012 è stato premiato come il migliore calciatore del secolo ai Glober Soccer Awards. Anche nel calcio italiano nel 2014 entrò nella Hall of Fame dei giocatori stranieri. Con il Napoli ha vinto 2 scudetti nel 1986-87 e nel 1989-90; 1 Coppa Italia; una Supercoppa Italiana e una Coppa UEFA. Ora tristemente questo grande campione non è più fra di noi ma a tutti i suoi tifosi rimarrà sempre nei loro cuori poiché ha lasciato un segno indelebile non soltanto in ogni squadra dove ha militato ma anche nella storia del Calcio Mondiale.