di Daniele Lezzi-
Quest’anno, tra i progetti curricolari, il nostro Istituto ha proposto quello di “Orto a scuola”, un’attività nuova rivolta alle classi prime.
Giovedì scorso ci siamo recati nel giardino, dove la nostra docente di Scienze Matematiche, referente del progetto, per prima cosa ci ha illustrato le finalità, sottolineando che recuperare spazi abbandonati e dismessi per strutturare un orto scolastico rappresenta non soltanto uno strumento di educazione ecologica potente e multiforme, ma sollecita la capacità di riconnettere gli alunni con le origini del cibo e della vita.
Così, armati di paletta e guanti monouso, ci siamo messi a lavoro per sradicare innanzitutto le erbacce presenti nel giardino…Lavoro un po’ faticoso, ma altrettanto piacevole!
Coltivare a scuola, ci permetterà di conoscere in classe i tipi di piante con cui abbelliremo il nostro giardino, di imparare a seminare il terreno a distanze prestabilite e a concimarlo, di osservare le nuvole per interrogarle su ciò che gli porteranno (pioggia leggera, temporali o grandine), di monitorare gli effetti delle stagioni su di esso, di avere pazienza nel seguire sviluppo e crescita delle piante e di prendercene cura.
Impareremo nuove regole, ci assumeremo la responsabilità di prenderci cura dell’orto nell’ottica di uno sviluppo sostenibile, ma soprattutto impareremo a collaborare, integrandoci e interagendo tra di noi, e a conoscere ciò che mangiamo, producendolo da soli nel rispetto delle risorse del nostro pianeta.
Sporcarsi di terra le mani è una esperienza unica, significa entrare in contatto diretto con la madre Terra, che ci alleva e ci nutre fin dall’origine dei tempi.
Un contatto che i miei nonni paterni conoscono molto bene: mia nonna è vissuta in una masseria gestita dai suoi genitori, per cui ha sempre mangiato i cibi che venivano prodotti all’interno (ortaggi, formaggi, ecc.); mio nonno invece, fino a pochi anni fa, quando io non ero ancora nato, aveva un fazzoletto di terra che circondava la sua villetta di Frigole, in cui, con pazienza e ordine certosino, piantava lattughe, pomodori, peperoni, carote, patate, ecc., prodotti genuini e a km 0 che mia nonna cucinava e portava a tavola per la gioia di noi tutti.
Mio nonno dice sempre che quando vediamo camminare lumachine o insetti vari sui prodotti dell’orto significa che sono sani e che adesso l’uso continuo di pesticidi ha purtroppo cancellato tutto ciò e ha comportato seri danni alla nostra salute.
Personalmente apprezzo molto queste attività all’aria aperta che insegnano a stare bene con noi stessi e a capire quanto è importante vivere in armonia con la natura.