Era un tranquillo pomeriggio e quattro amiche si stavano divertendo in giardino, quando a un certo punto arrivò una lettera da Jefferson, un vecchio amico che invitava le ragazze il 19 febbraio del 1947 nella sua casa a Vienna.
Le quattro amiche accettarono e il 19 febbraio partirono per Vienna. Appena arrivarono , videro che era abbandonata in una via sperduta. All’inizio non volevano entrare perché avevano una paura da morire, in quanto ognuna di loro aveva commesso un crimine, Angelica aveva litigato con una sua amica e presa dalla rabbia le aveva tagliato la testa, Martina amante degli animali aveva ucciso un uomo perché stava maltrattano un cane, Angela,una scrittrice, aveva ucciso una signora perché le aveva rubato il libro prima che lo pubblicasse, Beatrice, una sportiva, aveva ucciso una ragazza a coltellate. Però alla fine si fecero coraggio, entrarono e ad attenderle trovarono Jefferson. C’erano stanze enormi e alte finestre con una vista bellissima sulla montagna, nel giardino un labirinto fatto di siepi, una casa inquietante.
Dopo cena le ragazze andarono in salotto, Beatrice andò vicino al camino e vide una busta, la prima di una serie, e si mise a leggerla a voce alta:
21 febbraio una di voi verrà uccisa con un’arma della Seconda Guerra Mondiale,
23 febbraio un’altra di voi verrà avvelenata,
25 febbraio una di voi verrà spinta a e morirà,
26 febbraio a una di voi verrà tagliata la testa.
Jefferson, presente, non capiva chi avesse potuto inviare quella lettera.
La tensione saliva sempre di più tra le ragazze e tutte si guardavano le spalle perché credevano che una di loro fosse l’assassina.
Passò la notte e la mattina del 20 febbraio tutte le ragazze si chiedevano chi di loro sarebbe stata uccisa, ad un certo punto arrivò Jefferson che chiese ad Angelica di andare a fare una passeggiata nel labirinto, lei accettò. Ad un certo punto ci sentì un colpo di arma da fuoco, Jefferson al rientro disse di aver visto una persona scappare dal labirinto, tutti andarono nel labirinto a vedere e trovarono il corpo di Angelica. L’agitazione tra le ragazze continuava a crescere sempre di più chiedendosi chi sarebbe stata la prossima. Arrivò anche la mattina del 23. Martina si sentiva poco bene e chiese a Beatrice di portarle un bicchiere d’acqua. Dopo 5 minuti le ragazze andarono a vedere come stava Martina e la trovarono morta con il bicchiere per terra. Ad Angela venne qualche sospetto che Beatrice potesse essere l’assassina ma non ne era sicura. Arrivò la mattina del 27 febbraio, Beatrice e Angela andarono a fare un’escursione sulla montagna, appena arrivate in cima, Beatrice spinse giù Angela.
Appena tornata a casa Beatrice disse a Jefferson: “Missione compiuta. Ce l’abbiamo fatta!” Beatrice pensa tutta la notte a cosa aveva fatto, la mattina del 26 in camera sua trovò una ghigliottina e allora, sentendosi in colpa per quello che aveva fatto, mise la testa dentro e tirò la corda.
Jefferson scrisse una lettera confessando che era stato lui a commettere gli omicidi a Vienna. Scrivendo che l’aveva fatto perché ognuna di loro aveva commesso un crimine e voleva punirle. Disse che era stato tutto molto semplice perché i sospetti erano ricaduti su Beatrice fingendo di non ucciderla. Come le aveva uccise? Bella domanda! Angelica colpita con un colpo di arma da fuoco, Martina avvelenata con il veleno di ricino, Angela spinta giù da una montagna e Beatrice ghigliottinata. Consegnò la lettera alla polizia e tornò a casa. Appena giunto, prese la pistola se la puntò alla testa e si uccise.
Beatrice De Zottis, 2^H