La nostra scuola ha organizzato quest’anno un corso di avviamento al tedesco. L’ iniziativa ci ha incuriositi in
quanto il tedesco non è una lingua che si studia ovunque e questa poteva essere l’ occasione per avvicinarsi
ad essa e arricchire il nostro curriculum. Ci siamo incontrati la prima volta in un freddo pomeriggio di
Gennaio: di vista ci conoscevamo tutti ma provenivamo da classi e sezioni diverse. La curiosità ci
accomunava ed eravamo ansiosi di iniziare quest’avventura.
L’impatto è stato molto forte inizialmente: soprattutto l’ascolto era un bel grattacapo. Riuscivamo a captare
suoni gutturali, che se provavamo a ripetere ci si irritava la gola. Le parole sembravano composte solo da
consonanti:”afwdrshn”, “schss”, “ick bn” e così via, mentre le vocali si sentivano sporadicamente come se
arrancassero faticando ad emergere tra la moltitudine di “sck”, “tsch”,”grr”. Sembrava che esse venissero
masticate ed ingoiate e che fossero più rumori che articolazioni di suoni umani quelli che uscivano dalle
casse della lim: davano l’impressione di volere ingurgitare anche noi insieme alle povere vocali e ai suoni
dolci Ci guardavano tutti un poco intimoriti. Ce l’avremmo mai fatta? Questa lingua spigolosa e rumorosa
dai toni perentori, sarebbe diventata mai qualcosa a noi familiare? Pieni di dubbi e sull’orlo di rinunciare
all’impresa, siamo andati avanti. Ci sentivamo, da un lato, scoraggiati ma dall’altro motivati a continuare. E
non erano,comunque, solo i suoni gutturali la soglia a prima vista invalicabile : ecco che ci si presenta una
paurosa doppia “S”( esszet in tedesco) che addirittura, e questo l abbiamo scoperto poi, permetteva ad
alcune parole composte -già di per sé spaventose per la lunghezza infinita- di contenere in successione ben
tre esse. Sembrava quasi di districarsi in un mare opaco di suoni sconosciuti senza senso. E, invece, questa
lingua si è svelata a poco a poco: quelli che all’inizio del corso ci sembravano grugniti –i tanti “grrr”, “tsckkk
scuss”-ci sono diventati,nel tempo, sempre più familiari e trasparenti e abbiamo potuto constatare che, con
l’esercizio, le cose si semplificavano, scoprendo, addirittura, che Il tedesco ha anche suoni dolci, da
pronunciare come in francese, una delle lingue più armoniche del mondo: infatti, grazie alla dieresi (Umlaut
in tedesco), le vocali “o” e “u” ottengono quest’ effetto, diventano dolci e melodiche. La grammatica, poi ha
giocato un ruolo di primaria importanza: da Italiani e con seconda lingua francese, eravamo abituati alla
coniugazione del verbo ma solo pochi fortunati con basi di Latino sapevano, però, cosa fosse un accusativo
o un nominativo. E qui, dunque, il tedesco ci ha fatto ancora temere: pensavamo quasi che i nostri neuroni
scoppiassero a causa delle declinazioni. E, invece, anche in questo caso, abbiamo iniziato, quasi
naturalmente ,ad usare i giusti casi, riuscendo a comunicare ed esprimerci. I nostri traguardi sono stati quelli
di salutare, presentarsi, presentare gli altri, descrivere la propria famiglia e la propria classe, utilizzando la
drammatizzazione, improvvisando scene come se stessimo su un palcoscenico di un teatro che ci hanno
fatto divertire molto. Sapete alla fine del corso cosa è venuto fuori? Che alcuni alunni delle terze hanno
deciso di scegliere questa lingua per il loro futuro percorso di studi liceali! Ringraziamo la nostra scuola per
averci offerto quest’opportunità.
Noi, i ragazzi del corso di tedesco