Nella mia famiglia ci sono sempre state delle tradizioni per tutte le feste. Anche se negli ultimi quattro anni sono cambiate.
Però la parola d’ordine è FAMIGLIA.
Io il Natale l’ho sempre trascorso in famiglia. Non ho mai passato il Natale fuori città in un albergo nelle montagne. Ma forse è stata la miglior cosa. Perché sentire le nonne, le zie e le persone che vedi solo in quell’occasione per me è bellissimo.
E poi chi lo batte il cibo casalingo delle nonne? Nessuno.
Fino a quando avevo otto anni la sera della vigilia di Natale e a Natale si andava a pranzare da una mia zia materna che abitava a qualche metro da casa mia. Si era sempre almeno in trenta e la casa non era neanche gigante e quindi stavamo stretti stretti come delle sardine.
Si arrivava sempre tutti vestiti eleganti e poi tutti in pigiama e pantofole per stare comodi, perché come si sa anche se mangiavi un piatto di pasta già dovevi sbottonarti la cintura dei jeans.
I piatti che si dovevano fare obbligatoriamente erano i tortelli al forno, gli gnocchi al forno e la carne al forno con le patate.
Poi c’era il momento di pausa e poi si mangiavano frutta, pandoro e panettone.
Poi arrivava il momento più bello: l’apertura dei regali.
Un anno arrivò Babbo Natale dal balcone con tutti i regali e io ero contentissima.
Quando si dovevano dare i regali li distribuivo sempre io e poi aprivo i miei (quindi solo due pacchetti).
I regali più belli che io abbia mai avuto sono le Barbie magico Natale 2015 e 2016. Sono ancora incartate perché per me sono oro colato.
La vigilia l’anno scorso è stata diversa. Prima siamo andati a messa e poi con mia nonna e mio nonno materno siamo andati al chiosco dietro casa mia per mangiare la pizza.
Invece a Santo Stefano andavo dalla mia nonna paterna e ci mettevamo nel salone che non veniva mai utilizzato, ci mangiavamo solo in quell’occasione.
Il pranzo era “più leggero”. Mangiavamo o la pasta al forno oppure la pasta in brodo e di secondo la carne. Visto che a Natale non eravamo da mia nonna per i regali ce li dava a Santo Stefano e di solito come una brava nonna ci dava una busta con i soldi.
La notte di San Silvestro si andava da mia nonna materna e si mangiavano gli spaghetti con la salsiccia, il cotechino e le lenticchie, che come dice mio nonno più ne mangi più soldi l’anno nuovo ti porterà.
Poi sia a Natale che la notte di San Silvestro si giocava a carte e a tombola. E alcune volte ci mettevamo a vedere i filmini di matrimoni, comunioni o cresime. Poi il giorno di Capodanno, quindi il primo gennaio, si ritornava da mia nonna materna e il menù magicamente era di pesce e si stava lì dalle 12 fino alle 20 della sera.
Quest’anno però con questa pandemia nulla di tutto questo sarà possibile, però al momento del dolce farò una videochiamata con mia nonna e anche se lontani riusciremo a sentire sempre il calore della famiglia.
Annarita Dibenedetto
classe II F
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