Che cos’è il voodoo?
Il voodoo (o vudù) è una religione, un culto fondato su dottrine derivanti dal cattolicesimo dei colonizzatori europei in Africa, associato ad elementi ancestrali estrapolati dall’animismo tradizionale africano. Si fonda su dottrine morali e sociali che, sebbene molto rigide, sono indirizzate al bene. Il voodoo viene considerata una delle religioni più antiche del mondo. Essa, tuttavia, presenta una parte oscura conosciuta come la morte vudù. Questo fenomeno è, agli occhi di chi crede in questi riti, la diretta conseguenza di un potere magico teso a provocare danno o vendicare offese e grandi mancanze, una punizione, generalmente, a cui vengono suggete persone che, agli occhi di chi richiede o porta a termine il rituale, si è comportato in modo scorretto, disonesto, contrario alla morale. In moltissimi casi, perché il rituale funzioni occorre che in tanti siano eliminati per il presunto effetto di una maledizione vudù. Se si è scettici per natura si stenterà a credere a quest’ultima affermazione. Chi sarebbe davvero stato ucciso da una di queste maledizioni? Non saranno solo leggende urbane? Ebbene no! Esistono numerosi casi, sostenuti da prove irrefutabili, di persone decedute dopo essere state prese di mira da uno stregone. Ma se il vudù è solo una credenza senza fondamento, come muore la gente? I riti sono davvero efficaci? Beh, non proprio… o almeno non tutti!
Presunta vittima di vudù: coincidenza?
Nel 1967 a Baltimore, nel Maryland, una ragazza di 22 anni arrivò al pronto soccorso di un ospedale in evidente stato di agitazione. La sua salute era sempre stata buona ma da un paio di settimane soffriva di problemi respiratori, dolori addominali, svenimenti, nausea e vomito. I sintomi convinsero i medici a ricoverarla per effettuare i dovuti accertamenti. Al 14° giorno di ricovero, però, non avendo trovato nulla che non andasse nella giovane, i medici le comunicarono di volerla dimettere. Lei, terrorizzata, disse che il suo stato era grave e che le rimanevano solo 3 giorni di tempo per aiutarla a risolvere il problema o sarebbe morta. Dopo una lunga chiacchierata con la ragazza per capire su cosa si basasse questa sua convinzione, finalmente confessò. La responsabile sarebbe stata una maledizione. Raccontò, infatti, che il giorno della sua nascita e di quella delle sue due sorelle gemelle, l’ostetrica che aveva assistito al parto aveva comunicato alla madre che le sue figlie erano maledette e aveva specificato quando sarebbe morta ognuna di loro. La prima, poco prima del compimento dei suoi 16 anni d’età, la seconda a 21 anni e la terza, la nostra protagonista, prima dei 23. La cosa peggiore è che gran parte di quella profezia si era già compiuta. La prima delle sue sorelle era deceduta in un incidente stradale all’età di 15 anni, pochi giorni prima di compierne 16. La sua seconda sorella il giorno del suo 21esimo compleanno, vittima anch’ella di un incidente. E la terza era quella che si trovava in ospedale. I medici attribuirono il suo malessere all’ansia generata da questa sua fede totale nell’esistenza ed efficacia della maledizione, ma nessuno di loro avrebbe mai immaginato quello che sarebbe accaduto solo due giorni dopo. Al mattino l’equipe medica entrò nella stanza della giovane e rimase di stucco nel constatare che fosse deceduta solo poche ore prima. Il giorno dopo sarebbe stato quello del suo 23esimo compleanno. Una vicenda alquanto bizzarra e avvolta nel mistero. Per comprendere con in maniera più accurata questa situazione è necessario fare un passo indietro nel tempo, precisamente agli inizi degli anni ’40, quando un medico di nome Cannon pubblicò il frutto di uno studio che fece correre un brivido lungo la schiena alla comunità scientifica.
Lo studio di Walter Cannon.
Nel 1942 Walter Bradford Cannon, un medico oggi considerato precursore della moderna psicologia fisiologica, pubblicò uno studio in cui postulava l’idea che la paura potesse influenzare una persona al punto da deteriorarne le condizioni fisiche in risposta al disagio psicologico. Citando esempi di morti straordinarie e le loro circostanze bizzarre, nelle società aborigene, postulava l’idea che la paura delle conseguenze soprannaturali della violazione dei tabù sociali causasse le morti, apparentemente di origine soprannaturale, di cui cadevano vittime molto spesso i nativi. Ad esempio, un individuo a cui accadesse un fatto che considerava un cattivo presagio per sé stesso, per credenza religiosa o per una spiccata superstizione, rimaneva così scioccato da subire un deterioramento fisico reale che terminava con la sua morte. E tutto questo nel giro di appena 24 ore dopo aver subito lo shock iniziale. Nel suo studio Cannon raccontò l’esempio di una donna Maori che, dopo essersi resa conto che il frutto che aveva mangiato proveniva da un luogo tapu, ossia tabù. meno di 24 ore dopo perse la vita. Oppure, l’esempio di un giovane che si ammalò gravemente quando vide lo stregone locale puntargli contro un osso, un segno di maledizione e morte; tuttavia, quando lo stregone gli spiegò che si era trattato di un errore e che non gli era stato puntato contro nessun osso, il giovane ritornò subito in salute. Se non si fosse intervenuti in tempo, molto probabilmente, anche il suo fisico non avrebbe retto la pressione, come quello della donna Maori. Cannon sottolineò poi le somiglianze tra i due casi. Entrambi gli individui erano membri di una società in cui le credenze nel soprannaturale erano molto forti, ed entrambi avevano subito quella che ritenevano una forma di maledizione dettata dalle loro convinzioni personali; inoltre, gli individui condividevano sintomi fisici simili. Eppure, nel caso del giovane, una volta rimossa la causa del disagio psicologico la sua misteriosa malattia scomparve.
La morte Voodoo secondo Cannon: la reale causa fisiologica.
Secondo Cannon, l’emozione dalla paura che agisce nella mente, che egli chiamava divisione “‘sim-patica” o “simpatico-surrenale” del sistema nervoso, provocherebbe un calo della pressione sanguigna causato da “una riduzione del volume del sangue circolante”. Nel suo studio Cannon spiegò la perdita di volume del sangue con l’iniezione costante di adrenalina nelle piccole arterie che si restringono, impedendo al sangue di circolare normalmente e causando un calo della pressione arteriosa. Sarebbe questo calo improvviso di pressione a provocare il danneggiamento di cuore e sistema nervoso. Noi esseri umani, come qualsiasi altro animale, siamo dotati di meccanismi di difesa che sono scritti nel nostro codice genetico fin dagli albori dei tempi. Di fronte ad un pericolo il nostro corpo è soggetto ad un meccanismo che porta ad allerta massima, quella che ci avrebbe permesso di fuggire a cospetto di un leone inferocito, per intenderci. È questione di pochi istanti, ma sono sufficienti a creare in noi una reazione capace di salvarci, in caso di pericolo estremo. Tuttavia, se quel meccanismo di difesa persiste oltre un certo limite di tempo, il corpo non è in grado di sopportarlo. A questi sintomi si aggiungerebbero poi gli effetti dannosi della mancanza di cibo o di bevande sulla persona che sta vivendo un disagio psicologico. Cannon suggerì che un vero e proprio shock, in senso clinico, può essere la base per spiegare il decesso del soggetto che cade vittima di morte vudù. Secondo quanto da lui affermato quindi: “La combinazione di mancanza di cibo e acqua, ansia, polso e respirazione molto rapidi, associati ad un’esperienza scioccante che ha effetti persistenti, si adatta bene alle condizioni fatali riportate dalle tribù primitive”. Il fenomeno della morte voodoo è la prova inconfutabile del fatto che la frase “morire di paura” non sia solo un detto, ma che il terrore di essere caduti vittime di una maledizione, e il timore di perdere la vita a causa della stessa, possa divenire ironicamente il mezzo attraverso il quale l’oscura profezia si avvera.