//Milioni di italiani all’estero. Quale futuro per noi?

Milioni di italiani all’estero. Quale futuro per noi?

di | 2023-01-17T10:56:34+01:00 17-1-2023 10:56|Alboscuole|0 Commenti
Milioni di italiani (soprattutto giovani) emigrati per mancanza di prospettive di lavoro. Da alcuni anni si parla dell’ immigrazione. A tutt’oggi il problema accende molte discussione su come risolverlo. Esso si ripropone in tutta la sua drammaticità soprattutto quando ci sono naufragi e vittime del mare (tra cui molte donne e bambini). Ma c’è un fenomeno di cui si parla meno ed è poco conosciuto:  quello degli italiani all’estero.
Secondo i dati dell’Aire (Anagrafe italiani residenti all’estero), sono oltre 5,8 milioni gli italiani all’estero. E 1,2 milioni hanno tra i 18 e i 34 ann (10,2 %). Inoltre, il 36% sono minori (circa 841mila),  il 23% comprende i cosiddetti “giovani adulti” con una fascia di età tra i 35 e i 49 anni, aggiungendo poi il 19,4% che sono ultra 50enni e il restante 11,4% che ha più di 75 anni.
La cosa sorprendente è che la percentuale dei giovani risiedenti all’estero è piuttosto alta.. Uno dei motivi per cui i giovani preferiscono emigrare in altri paesi esteri (principalmente paesi europei), è che ambiscono a qualcosa di migliore, poiché l’Italia non offre loro ciò che offre l’estero, oppure vanno via semplicemente per studio. La comunità di italiani all’estero più numerosa è quella argentina, il 54,9% degli italiani (quasi 3,2 milioni) sono in Europa, il 39,8% (oltre 2,3 milioni) in America, centro-meridionale soprattutto (32,2%, più di 1,8 milioni). Le comunità più numerose sono, ad oggi, quella argentina (903.081), la tedesca (813.650), la svizzera (648.320), la brasiliana (527.901) e la francese (457.138).
Tuttavia, molti non fanno ritorno, con conseguenze rilevanti sulla composizione sociale e culturale della nostra popolazione.  Poi, si parla di pensioni pagate all’estero con un incremento del 45% in 3 anni, e confrontandoci con quelle italiane, c’è stato uno scarso incremento rispetto a quelle estere, solo dell’8,2%. Dunque, le pensioni pagate tra il 2020 e il 2021, sono state influenzate abbastanza dalla famosissima pandemia che ha messo alla prova tutta la comunità internazionale, come nell’America meridionale e settentrionale, dove la percentuale è scesa significativamente e corrispettivamente del 7% e del 5%.
Di fronte a tale situazione ci è sorta spontanea una domanda e l’abbiamo posta anche a nostri compagni, ovvero: andreste a lavorare all’estero?
La loro risposta è stata unanime, che sarebbero partiti, perché secondo  loro è l’unica opzione per riuscire a trovare un qualcosa di stabile e che ti dia soddisfazioni a livello economico ed essere pagati in base alle loro competenze, con una critica generale per quanto riguarda l’Italia per la scarsità di posti di lavoro che ci sono a disposizione con stipendi miseri. Questo è proprio un controsenso, perché come dice il primo comma dell’articolo 1 della nostra Costituzione, “l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.”

Luca Caiazzo, Emilio Campochiaro e Simone Raimo (5^ C)