di Caterina Cancelliere
Una semplice immagine, una sola parola, un preciso riferimento dell’insegnante bastano per scatenare la mente. E come per incanto, dalla piattaforma Teams, mi ritrovo in Grecia. Esattamente a Micene. Le rovine dell’antica città greca si intravedono nel paesaggio brullo e assolato del Peloponneso. All’ingresso ci accoglie la Porta dei Leoni, un monumento costruito con blocchi di pietra irregolari dai quali emergono due leonesse magistralmente scolpite, che rappresentano la potenza e la maestosità di Micene. La guida ci spiega che la società micenea faceva capo ad un re e l’economia era basata sul commercio dei prodotti agricoli.La città più potente era Micene, dotata di spesse mura fortificate, era considerata la più potente fra le città stato. Mentre ci incamminiamo, mio padre tra un monumento e l’altro declama il proemio dell’Odissea e si aspetta che io gli faccia il controcanto. Invece sfuggo e mi addentro nel sito archeologico dove si può scorgere il tesoro di Atreo, una tomba scavata all’interno di una collina detta anche tomba di Agamennone. Il monumento funerario è una costruzione circolare con volta a cupola, ricoperta di terra. Stiamo entrando nella tomba per mezzo di un corridoio a cielo aperto lungo 30 metri e largo 6.La simpatica guida racconta che nel sepolcro è stata scoperta un’affascinante lama, molto probabilmente di un pugnale, dove vi sono incisi quattro cacciatori armati di lance e scudi intenti a combattere tre maestosi leoni, una scoperta alquanto interessante per un’appassionata di armi come me. Ho scoperto che, dentro la tomba, è stata trovata la maschera di Agamennone un principe guerriero. La maschera ritrae il volto di un uomo anziano con naso diritto e sopracciglia marcate, gli occhi a mandorla con le palpebre chiuse e la bocca e il mento incorniciati da una folta barba. E’abbastanza semplice capire l’utilità di questa maschera serviva a ricoprire il volto di Agamennone dopo la morte, poiché quando un sovrano miceneo moriva, la salma veniva vestita con abiti regali. Un tuffo nel passato che mi fa capire quanto sia importante studiare. E poi il ritorno alla realtà, ritorno in Dad e sorrido soddisfatta per la lezione di arte greca.