Sono tantissime le leggende romane che, per le strade della capitale, paiono nascondersi o svelarsi al colto visitatore, in alcuni dei suoi luoghi più simbolici. Roma, l’eterna, è città esoterica e magica che da sempre racconta miti e magie,
Tutti conosciamo una delle leggende romane per eccellenza, anzi, sicuramente la più famosa di tutte: il classico mito di Romolo e Remo. I più credono che ne esista una sola versione, ossia quella più raccontata, ma essa è piuttosto tarda: cominciò a circolare allorché i Romani vennero in contatto con i Greci. Infatti come in ogni mito greco che si rispetti, Romolo e Remo sono di stirpe divina, in quanto il loro antenato è Enea, figlio di Venere, e perché figli di un dio antropomorfo, Marte, e della nobile Rea Silvia, figlia di Numitore, fratello di Amulio. Quest’ultimo, per avere il trono solo per sé, ordinò a un suo soldato di uccidere i due gemelli. Come sappiamo, il soldato non riuscì a farlo e abbandonò sulla sponda del Tevere i due neonati che vennero allattati da una lupa e trovati poi da un pastore. La leggenda della fondazione di Roma è riportata dallo storico romano Livio nel libro I della sua Storia di Roma. Di essa riferiscono anche Dionigi di Alicarnasso, Plutarco e Varrone.
Questo racconto è da sempre stato ritenuto una favola, risalente al periodo fra il IV e il III secolo a. C. Per molti critici la città di Roma si era addirittura formata soltanto centocinquanta anni più tardi, all’epoca dei re Tarquini (fine del VII sec. a. C. ). Tuttavia, sul colle del Palatino, durante alcuni lavori esplorativi, nel 2007 sarebbe stato ritrovato il lupercale: questo santuario, dove i Romani veneravano il Dio Luperco (Faunus lupercus), è collegato al racconto dell’allattamento di Romolo e Remo da parte della leggendaria lupa.