Napoli è conosciuta in tutto il mondo non solo per la sua bellezza, ma anche per la canzone napoletana, chiamata anche canzone neomelodica. |
Le canzoni neomelodiche in tempi lontani venivano cantate dai pusteggiatori. |
O pusteggiatore era un musicista “ambulante”, un cantore amato dal popolo e considerato “portatore della musica bella”. |
“Pe ffa’ ‘o mestiere nce vonno ddoie cose: ‘a simpatia e nu felillo ‘e voce…”, dice una vecchia canzone sulla posteggia. |
I pusteggiatori erano persone umili che cantavano le canzoni napoletane in luoghi affollati come bar, piazze, ristoranti, e parchi, per guadagnarsi da vivere. I compositori affidavano loro le nuove composizioni per verificare il gradimento da parte del pubblico. |
Con l’ avanzare del tempo molti pusteggiatori riuscirono ad entrare nei salotti dei ricchi per cantare le loro canzoni in cambio di denaro, altri ancora più fortunati riuscirono a far conoscere la propria musica anche all’ estero; un esempio è Enrico Caruso, che iniziò la sua scalata verso il successo, partendo dall’ essere un umile pusteggiatore. |
Oggi il mestiere del pusteggiatore, a causa della tecnologia e soprattutto per colpa del diritto d’ autore, è scomparso quasi del tutto; rare sono le persone che si possono incontrare nei vicoli di Napoli che praticano ancora questo mestiere ma, spesso, per ricreare l’ atmosfera di un tempo, durante le feste dei matrimoni a volte viene richiesta “la pusteggia”, un gruppo di persone che intonano canzoni napoletane. |
Di Davide Formicola-2^B