Di Laura Morrone-2^B- |
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La vera amicizia non consiste nell’essere inseparabili, ma nell’essere in grado di separarsi senza che nulla cambi. Tutti noi conosciamo o possiamo immaginare l’importanza dell’amicizia nella vita. Siamo amici di quelle persone con cui, prima di tutto, ci incontriamo, il che significa stare di fronte all’altro, vedere il suo aspetto fisico, il colore dei capelli, ascoltare il tono di voce, provare una stretta di mano. Possiamo poi condividere con l’altra persona il nostro stato d’animo, come ci sentiamo in quel momento, quali sono le emozioni che proviamo, ma anche che cosa pensiamo, quali sono le nostre opinioni, qual è il modo di porsi di ognuno. Sentiamo il bisogno di appartenere ad un gruppo di persone, ad un gruppo con cui condividiamo una certa affettività, delle ideologie, dei valori, degli obiettivi, dei progetti di vita. Soprattutto abbiamo bisogno di un compagno, di un amico. Può essere una persona in cui parzialmente ci identifichiamo in particolari fasi della nostra crescita, può essere una persona che, semplicemente stando di fronte a noi, ci permette di riconoscerci, perché, guardando l’altro, riusciamo a individuare delle caratteristiche che ci appartengono, ma anche a riconoscere noi stessi per contrasto, facendo la differenza tra ciò che siamo noi e quello che invece è l’altro. L’amicizia, quella vera, è quel rapporto che converge verso una direzione unica, verso il bene comune, quella che non si regge semplicemente su un bisogno. L’amicizia va oltre questi bisogni, questi beni singoli. Amicizia è entrare in empatia con l’altro e fare in modo che la tua felicità diventi anche la sua. Non è dire quello che si vorrebbe ascoltare, ma far riconoscere un errore e capirlo insieme. |
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Crescendo, però, i rapporti cambiano; gli amici conoscono le cose che ci piacciono, le nostre sofferenze, i nostri dolori. È come se non fossero più soltanto amici, ma diventassero una famiglia, fratelli e sorelle con cui non si vive più sotto lo stesso tetto, ma che ci saranno per sempre. La vera amicizia non si manifesta solo quando ci si sente soli, disperati e quando si ha bisogno di affetto. La verità è che non si trova un migliore amico, ma lo si diventa. Non accade in un incontro, in un anno o due. Se un rapporto viene costruito in modo accurato, se la volontà di portarlo avanti sarà molta e reciproca, esso durerà. Sono due le cose che possono accadere: o con il tempo si riesce ad avere la complicità che ci si aspettava di ottenere, oppure l’amicizia resterà soltanto un ricordo che pian piano, purtroppo, svanirà nel nulla. |
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Oggi questo legame affettivo non è più tanto celato nell’animo di ognuno, ma è sbandierato sui social di ciascuno. L’amico non è più qualcuno con cui condividere la vita, ma le apparenze di essa, con cui condividere, non il pane, ma la parvenza. Forse non ci sembra, ma questo concetto, ai nostri tempi, è davvero in discussione, in modo sottile, ma lo è. Facebook permette di avere un limite massimo di cinquemila amici, ma, calcolando che nella vita di amici degni di questo nome ne abbiamo una decina, non basteranno cinquecento vite, per avere veramente cinquemila amici. Questo spiega come le piattaforme dei social influiscano sul nostro modo di percepire l’amicizia. Amico è colui con il quale si rischia la vita nel tentativo di realizzare qualcosa ma il social-amico non sorride, non piange, non soffre, non lotta con l’amico. |
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È comodo condividere l’amicizia sui social , ma la vita è un’altra cosa. Nella vita ci si sentirebbe soli e abbandonati, se non ci fosse un amico con il quale fare progetti. Solo relazionandoci agli altri, possiamo sentirci meno soli nel mondo e questo tipo di relazione viene prima di qualsiasi altro rapporto. |