//#MajoranaDecameron#3^D-A TAVOLA CON GLI ANTICHI ROMANI

#MajoranaDecameron#3^D-A TAVOLA CON GLI ANTICHI ROMANI

di | 2020-04-21T09:25:47+02:00 21-4-2020 9:25|Alboscuole|0 Commenti
Di Maria Grazia Vellucci-3^D

L’alimentazione dei Romani:

L’alimentazione dei Romani era principalmente a base di verdura, frutta, cereali, legumi, formaggi, uova. I pasti dei Romani erano per lo più tre:
prima colazione: la prima colazione (ientaculum) prevedeva pane, formaggio, olive, frutta secca, latte e miele ma, per i più poveri, solo il pane con latte o vino.
Spuntino di mezzogiorno: Lo spuntino di mezzogiorno (prandium) era spesso consumato in una delle numerose tabernae o thermopolia, una sorta di tavola calda dell’epoca. Nell’antica Roma, infatti, cucinare in casa era scomodo, perché le cucine, piccole e buie, si riempivano di fumo e fuliggine.
Cena: Fra le 15 e le 17, iniziava la cena (cena o epulae vespertinae) che era il pasto principale della giornata. Per i più ricchi durava almeno tre ore e prevedeva tre momenti:
1. Gustatio: Una serie di antipasti (uova, insalata, funghi, olive, crostacei, salsicce, cetrioli, tartufi e salse varie) accompagnati dal mulsum, cioè da vino misto a miele.
2. Prima mensa: Era costituita da varie portate di pesce, uccelli (gru, pavone, fenicottero, pappagallo), carni di manzo, agnello e maiale, oltre a tutti i tipi di cacciagione. Vi erano poi carne di orso e di ghiro.
3. Secunda mensa: Era più o meno un “dessert”, a base di frutta fresca e secca, dolci al miele e, per concludere, le mele.
Nell’alimentazione dei Romani ci sono diversi alimenti molto importanti: il  pane.  L’uso del pane nell’alimentazione dei Romani si diffuse solo dal II secolo a.C. Nei primi secoli infatti il grano serviva a preparare la puls, una pappa di frumentoDel pane vi erano tre qualità: Il pane nero, di farina stacciata rada, consumato principalmente dai più poveri; il panis secundarius, più bianco ma non finissimo e il pane di lusso. La carne: Il consumo di carne nell’alimentazione dei Romani era inizialmente diffuso soprattutto tra i ceti più abbienti, in seguito si estese a settori più larghi della popolazione. Era nettamente preferita la carne suina, che veniva cucinata arrosto, stufata o lessa. A Roma, la macellazione dei bovini fu proibita a lungo, per non sottrarre questi animali al lavoro dei campi. In età imperiale, il consumo di carne bovina si diffuse ma restò sempre piuttosto limitato. Al manzo e alla vitella, i Romani continuarono infatti sempre a preferire i capretti, gli agnelli e i porcellini. Vino Al primo posto tra le bevande vi era il vino e di esso esistevano, come in Grecia, numerosi tipi e qualità, con prezzi molto vari. Lo bevevano tutti e in abbondanza, ricchi e poveri, anche gli schiavi. Alle donne era invece severamente proibito, perché l’ebbrezza era accomunata all’adulterio, la colpa più grave per una donna romana secondo la mentalità tradizionale. Molto diffusa era la posca, una miscela di acqua e vino di scarto prossimo a inacidirsi.